Egoismi di partiti e strategie nazionali estranee alle dinamiche siciliane non hanno consentito di raggiungere tale obiettivo.” E’ quanto ha dichiarato Rita Borsellino a chiare lettere Rita BORSELLINO nel corso della conferenza stampa, per lanciare la candidatura di Claudio FAVA alla presidenza della Regione Siciliana, a cui hanno anche partecipato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e Nando Della Chiesa. Nel sottolineare che “Un'altra Storia” è sempre più convinta della assoluta necessità di costruire un'area ed una soggettività di centro sinistra che parta dalle persone dal loro quotidiano e dalla loro autentica volontà di determinare un cambiamento radicale, l’eurodeputata è ritornata sul tema che le sta più a cuore e che è stato sempre al centro del suo messaggio politico. La costruzione del BENE COMUNE. Ma che oggi diventa un imperativo categorico. Ecco perché occorre dare il segno della discontinuità e della coerenza e affermare la GRAUITA' nell'impegno sociale e politico.
Una vita socio-politica ed economica in Sicilia, a partire da un riferimento imprescindibile quale quello ETICO, improntata ad un metodo sicuramente determinante quale quello della PARTECIPAZIONE. Solo partendo da questa premessa, ha concluso l’on Borsellino, “Un'altra Storia mantiene la sua vocazione fortemente unitaria, non riferita a sigle, ma a vissute, storie, bisogni, istanze, volontà da valorizzare nella prospettiva di GIUSTIZIA ed uno sviluppo autonomo autocentrato sostenibile sul piano sociale ed ambientale. La scelta del sostegno a Fava nasce da queste considerazioni e si ritiene necessario mettere in atto ogni sforzo e tutte le energie possibili perché ancora il PROGETTO fondato sulla SPERANZA abbia piena cittadinanza e dia concreta disponibilità di ESSERE in questa nostra terra.” Per meglio capire il metodo definito della “partecipazione, cui ha fatto riferimento Rita Borsellino, vogliamo ricordare l’importante iniziativa partita dal Cepes, voluta fortemente da “Un’altra Storia”, e che ha visto la collaborazione di una serie di organizzazioni (ANPI Sicilia, ARCI Sicilia, Auser, Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, CGIL Sicilia, Comitato Acqua pubblica Valle del Belice, Comitati Cittadini Ennesi, Cresm, Erripa “Achille Grandi”, FIOM Sicilia, Forum Siciliano Acqua e Beni Comuni prov. Palermo, FP CGIL Sicilia, FP CGIL medici, I Siciliani Giovani, Legambiente Sicilia, Movimento NO MUOS, Rete degli Studenti Medi, Siqillyah Sicilia ). Alla fine di giugno si è tenuto un convegno presso la Sala delle Lapidi del Comune di Palermo per un programma comune di rinnovamento della Sicilia. In quell’ occasione è stata valorizzata l'esperienza del movimento per l'acqua pubblica in Sicilia che è riuscito ad impegnare l'ARS, in base allo Statuto siciliano su proposta di decine di migliaia di elettori e di oltre 140 amministrazioni comunali, nell'elaborazione di un provvedimento innovativo in materia di acqua pubblica conforme ai risultati del referendum nazionale del 12 e 13 giugno. L'ARS non è riuscita ad esitare il provvedimento già approvato dalla Commissione anche a causa di resistenze di forze che formalmente erano costrette ad appoggiare il provvedimento ma sostanzialmente non ne condividevano le finalità. Questo provvedimento sarà ripresentato chiaramente, all'inizio della prossima legislatura. Ma in quel 26 giugno venne proposto una iniziativa popolare che parta dai Comuni e che faccia dei Comuni il centro di una battaglia per il cambiamento del sistema energetico, per la difesa dell'ambiente e che porti anche ad un aumento dell'occupazione e degli introiti economici a favore dei bilanci comunali fortemente taglieggiati dalle misure del governo Monti. Una proposta “rivoluzionaria” secondo la quale “tutti i Comuni dovrebbero dotarsi di un Piano energetico e ambientale che su tutti gli edifici pubblici e privati promuova misure di riqualificazione antisismica, di risparmio energetico e di utilizzazione dei tetti e delle altre superfici idonee a questi scopi. “ I Comuni potrebbero ottenere finanziamenti da un Fondo di rotazione all'1% per la realizzazione di impianti fotovoltaici e di solare termico, impianti eolici, mini idroelettrici per equilibrare a livello locale l'energia prodotta dal sole e dal vento, per l'utilizzazione di rifiuti urbani solidi e liquidi per la produzione di biogas, per il risparmio energetico senza i vincoli quantitativi previsti dal governo Monti. I finanziamenti sarebbero erogati ai Comuni al tasso dello 0,5%. La differenza tra il tasso pagato dal fondo regionale alla Cassa Depositi e Prestiti sarebbe posta annualmente a carico del bilancio della Regione. Questi i punti più interessanti della proposta e che sarà posta all’attenzione dei siciliani e dei candidati, nel corso della campagna elettorale regionale con l'impegno a realizzare un programma di rinnovamento basato sulla “smilitarizzazione della Sicilia per un Mediterraneo di pace”, su “uno sviluppo basato sulla trasformazione energetica e sulla valorizzazione dei beni comuni” e su una democratizzazione del sistema sanitario regionale che ridia ai Consigli Comunali e non a i manager nominati dalla Regione il compito di gestire nell'interesse dei cittadini il sistema sanitario ritornando cioè dalle ASL, che tanti sprechi e disfunzioni hanno creato alle USL.
Franco Lo Re