come peculato, concussione e corruzione. Un vero e proprio sbarramento nelle liste, anche per non ricandidare, qualora ve ne fossero tra gli uscenti, deputati condannati in primo grado per gli stessi reati, anche se la legge prevede la decadenza o non candidabilità dopo il giudizio passato in giudicato.
Con la collaborazione del presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Enrico Sanseverino, i dirigenti del Pdl hanno redatto un documento che è anche la sintesi delle norme sulle candidature stabilite dalla commissione parlamentare Antimafia; il cosiddetto «codice Vigna», che è stato recepito nella legge regionale sulla trasparenza; e il «codice di Pisa». A illustrare i contenuti del codice etico, oltre lo stesso Sanseverino, i co-ccordinatori regionali, Misuraca e Nania e insieme con Vicari, commissario del Pdl di Palermo.
«Non potranno candidarsi - ha spiegato Vicari - tutte le persone che hanno avuto un rinvio a giudizio o condanne in primo grado per mafia, finanziamento illecito ai partiti, smaltimento illecito di rifiuti, usura, estorsione e truffa». Nel caso in cui una di queste fattispecie si dovesse verificare durante la legislatura, il deputato verrebbe immediatamente sospeso dal gruppo parlamentare.
Una scelta importante che ha consentito a Vicari di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Confindustria ci accusava di essere morbidi per quanto riguarda le candidature, mentre il loro codice etico impediva di associarsi se condannati in via definitiva. Noi siami andati oltre».
Ma non solo norme sullo sbarramento contiene il codice etico del Pdl.
Infatti, gli amministratori, a cominciare dal presidente della Regione, dovrà dichiarare di mantenere un profilo alto che non metta in pericolo l’istituzione.
Qundi, di aborrire pratiche clientelari, evitare conflitto d’interessi, o strategie dilatorie per mantenere più cariche, rendicontazione dell’attività, non accettare regali superiori a cento euro, evitare pressioni indebite. «Se ci fossero state già queste regole, che mi auguro vengano condivise da tutti i partiti - ha detto Nania - non ci sarebbero state mogli di un presidente della Regione che in un lampo ottengono concessioni per il foto-voltaico o deputati, direttamente o indirettamente, interessati alla formazione professionale».
Intanto, un’altra polemica è scoppiata tra il candidato di Pdl-Pid, Musumeci, e Miccichè e i suoi sostenitori: in particolare, il Partito dei siciliani che Musumeci ha definito di «centrosinistra»: quindi, non leale con Miccichè.
«La spocchia e la sicumera di Musumeci dei primi giorni - ha replicato Pistorio - è tramontata. Dopo avere preso atto della dura realtà della crisi del Pdl e della debolezza della sua candidatura, marchiata a fuoco da Berlusconi e Storace, Musumeci, dopo avere tradito il progetto autonomista, prova ad avvelenare il clima della coalizione che sostiene Miccichè». A Musumeci, che aveva pure svelato un precedente patto che prevedeva un ticket tra lui e il capo di Grande Sud, ha risposto pure Micciché: «Musumeci ricorda male: con me non c’è mai stato alcun accordo per un ticket, né l’ipotesi di un’alleanza di centrodestra».
IL SONDAGGIO DEMOPOLIS. E' Nello Musumeci, de La Destra, con il 28% dei voti, il governatore preferito dai siciliani. E' quanto emerge da un sondaggio di Demopolis realizzato per la trasmissione ''Tiro incrociato'' di Antenna Sicilia. A un punto di distacco, secondo la rilevazione statistica, c'è Rosario Crocetta, eurodeputato del Pd. Seguono Gianfranco Miccichè, di Grande sud, con il 20%, Claudio Fava, di Sel, con il 14%, e Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 stelle, con l'8%. Il 43 per cento degli elettori siciliani, cioè oltre due milioni di persone, oggi non si recherebbe alle urne. E' quanto emerge dal sondaggio Demopolis presentato oggi durante il confronto tv ad Antenna Sicilia. Scende anche la fiducia dei siciliani nella politica. Gli elettori siciliani hanno risposto che è appena all'11 per cento, un dato senza precedenti, come dice il direttore di Demopolis. Nel 2009 la fiducia era al 23 per cento. Idem la fiducia nei partiti, scesa dal 16 al 5 per cento. Infine il 57 per cento dei siciliani scegliera' un candidato a prescindere dal partito, il 30 per cento un partito a prescindere dal candidato e il 13 per cento non sa.
CROCETTA. "Sono convinto che le nostre liste saranno pulite. Applicheremo metodi rigorosi, ma non possiamo sostituirci alla magistratura". A dirlo e' stato il candidato alla Presidenza della Regione siciliana, Rosario Crocetta, aggiungendo: "Ormai anche l'avvio di un'indagine e' diventato un motivo di esclusione dalla liste. Rinunceremo a qualche migliaio di voti, ma noi i voti della mafia non li vogliamo". "Di pressioni - ha concluso Crocetta - ne abbiamo avute molte ed a bianco cacciato diverse persone. Sulle nostre liste c'e' una vigilanza collettiva".
MOVIMENTO CINQUE STELLE. Il Movimento 5 Stelle siciliano adotta per la prima volta a livello regionale la nuova piattaforma di democrazia diretta: «Liquid Feedback». Si tratta di un software on-line open source e un nuovo metodo tecnologico per la stesura e la votazione di un programma politico e per la gestione dei processi decisionali.
«Liquid Feedback», già utilizzato dal Partito Pirata in Germania, permette a chi è iscritto al Meetup della propria città (forum di discussione territoriale del Movimento 5 Stelle), di registrarsi e fare proposte o dare suggerimenti a idee già inserite da altri utenti. Per registrarsi occorre il documento di riconoscimento e l'url del profilo personale dell'attivista del Meetup di appartenenza e inviare una e-mail all'indirizzo lqfbsicilia5stelle.it