Con Alagna cade anche la presenza nel listino del deputato regionale uscente di Enna Elio Galvagno. "Ancora una volta - dicono fonti interne al Pd - il nostro partito si conferma una formazione politica che mira ad escludere anzichè ad includere". Le proteste sono nei confronti di Davide Zoggia, responsabile degli enti locali del Pd, da tre giorni in riunione a Palermo per cercare la quadratura del cerchio: "Che partito è - chiedono i militanti del Pd a Zoggia - quello che fa prendere le decisioni a Papania e a Crisafulli anzichè alla direzione ed agli organi preposti?".
16,10 - Nello Musumeci nettamente in testa, Crocetta ad oltre sei punti di distacco. E poi, ben distanziati, Gianfranco Micciche', Claudio Fava e Giancarlo Cancelleri, seguiti da altri due candidati oltre l'1%: Cateno De Luca e Gaspare Sturzo. Sono i risultati del sondaggio condotto da Termometro politico per LiveSicilia.it: nella rilevazione sono state analizzate 7.200 preferenze, con un margine d'errore del 2,5%. Il sondaggio, basato sulla metodologia Cawi, ha registrato una percentuale di indecisi o astenuti dichiarati pari al 10% del campione ed e' stato condotto dal 19 al 25 settembre, e quindi non tiene conto della possibile esclusione di Fava.
Musumeci si attesta al 31,8%, seguito da Rosario Crocetta (25,3%), Gianfranco Micciche' (18,8%), Claudio Fava (11,6%) e Giancarlo Cancelleri (8,2%). Il candidato di Pd, Udc, Api e Psi, in particolare, si impone a Caltanissetta ed Enna, mentre il candidato di Pdl, Pid e La Destra si impone a Catania, Messina e Trapani. Testa a testa a Siracusa, dove Crocetta e' in lieve vantaggio sull'avversario, e a Palermo, dove Crocetta, Micciche' e Musumeci sono raccolti in due punti percentuali.
15,40 - Sono stati presentati stamattina i primi "listini", ossia le liste collegate ai candidati presidenti della Regione, a cui si attinge per assegnare il premio di maggioranza alla coalizione vincente. I più rapidi sono stati il Movimento 5 Stelle e il Partito comunista dei lavoratori.
Trattative in corso nelle altre coalizioni. Nel Pd nella notte è spuntato un "caso trapanese": al posto di Monica Alagna, mattarelliana espressa dagli organi del partito sul territorio, potrebbe trovare posto Antonella Milazzo, indicata dalla corrente Innovazioni senza nessun passaggio sugli organi locali del partito. Nel Pd c'è gran fermento e protesta. Con lei e la siracusana Marika Di Marco, la terza donna del Pd sarà o la stessa Alagna, se si candiderà anche a Palermo, o la segretaria generale della Cgil siciliana Mariella Maggio.
15,30 - Secondo fonti di partito, Fava avrebbe deciso ritirare la propria candidatura a governatore per evitare di creare problemi alle liste che lo appoggiano e che, in caso di conferma dell'incandidabilità di Fava anche dopo il voto, sarebbero dichiarate decadute.
Sel, Idv, Verdi e Federazione della sinistra, hanno deciso di candidare la leader siciliana della Fiom, Giovanna Marano.
14,00 - Claudio Fava ritira la sua candidatura a Presidente della Regione siciliana. Il giornalista ha deciso di ritirarsi dopo un incontro con i partiti della coalizione che lo sostengono, Idv, Sel, Federazione della Sinistra e Verdi, tuttora in corso. L'ipotesi più accreditata sarebbe adesso quella di un ticket tra Rita Borsellino presidente e Claudio Fava vicepresidente, ma la Borsellino non sarebbe al momento disponibile.
10,20 - E' terminato poco prima delle sei di questa mattina il vertice convocato ieri sera nella sede regionale dell'Idv a Palermo a cui hanno partecipato i segretari regionali di Idv, Rifondazione comunista, Sel, Verdi e Federazione della Sinistra per discutere del rischio di esclusione del candidato alla Presidenza Claudio Fava.
La 'tegola' e' arrivata ieri pomeriggio con la notizia dell'iscrizione tardiva nel Comune di residenza del candidato a Isnello (Palermo). La legge prevede che il candidato e l'elettore debba essere regolarmente residente in un comune siciliano almeno 45 giorni prima dal giorno delle elezioni. Invece Fava ha chiesto il cambio di residenza soltanto il 18 settembre scorso, cioe' cinque giorni dopo la scadenza.
In nottata i segretari di Idv Fabio Giambrone, di Sel Erasmo Palazzotto, dei Verdi Carmelo Sardegna, di Rifondazione comunista Antonio Marotta, alla presenza di Claudio Fava e di Leoluca Orlando, portavoce Idv e sindaco di Palermo, hanno discusso a lungo su una soluzione da trovare. Secondo indiscrezioni, la soluzione prospettata per tenere unita la coalizione potrebbe essere un 'ticket' tra il segretario Idv Sicilia Fabio Giambrone, vicecapogruppo del partito al Senato, che si candiderebbe alla Presidenza, e lo stesso Fava. Per essere vicepresidente della Regione non e' infatti ncessario avere quei requisiti previsti dalla legge sulla residenza in Sicilia.
09,20 - E' a rischio la candidatura di Fava alla presidenza della Regione, perchè non sarebbe stato iscritto nelle liste elettorali di un qualsiasi comune della Sicilia entro il 13 di settembre, 45 giorni prima della consultazione del 28 ottobre.
Fava ha definito la sua eventuale esclusione dalla battaglia elettorale, «un misero golpe politico».
Ma il 15 settembre, giorno del deposito dei contrassegni delle liste, lo stesso Fava esibiva un’autocertificazione in cui dichiarava di essere residente nel Comune di Roma, datato 14 settembre. Solo successivamente, se le indiscrezioni sono veritiere, avrebbe chiesto di trasferire la propria residenza in Sicilia, più esattamente nel Comune di Isnello dove il sindaco Giuseppe Mogavero è un militante di Sel. Pare che che Fava sia stato iscritto tra i residenti di Insello, in provincia di Palermo,
il 18 settembre.
E' stato il ministro dell’Interno Cancellieri, rispondendo ad una precisa domanda dei giornalisti, ad affermare che Fava avrebbe potuto rischiare la propria corsa per le elezioni regionali.
Per valutare la delicata situazione, in serata, si sono riuniti i vertici dei partiti che sostengono la candidatura di Fava: Idv, Sel, Fds e Verdi. Subito dopo Fava ha dichiarato: «Se pensano di poterci escludere dalla competizione elettorale per un eventuale cavillo burocratico, si deve sapere che aspetti formali, di discutibile fondatezza, non bloccheranno il progetto di cambiamento della Sicilia che stiamo portando avanti. Se ciò dovesse malauguratamente accadere, lo potremmo
considerare alla sorta di un misero golpe politico. Noi siamo in campo con determinazione e ancora maggiore forza. Le informazioni di cui disponiamo sull’andamento della campagna elettorale, ci dicono che siamo nelle condizioni di farcela".
La coalizione che sostiene Fava, peraltro, non può neanche cambiare in corsa il proprio candidato alla presidenza della Regione, non avendo presentato altri simboli. Verosimilmente, Fava presenterà la propria candidatura ed il listino regionale, così come i partiti che lo sostengono le rispettive liste nelle circoscrizioni
provinciali. Poi, sarà l’Ufficio elettorale centrale istituito presso la Corte d’appello di Palermo, a stabilire se Fava ha requisiti per la candidabilità. L’intera vicenda è stata esaminata attentamente dal dirigente generale del dipartimento delle Autonomie locali, Giuliana Giammanco, che ha fatto riferimento ai criteri previsti dalla legge del 1951 e successive modifiche (art. 14-bis, comma c): «Certificati attestanti l’iscrizione del capolista e di tutti gli altri candidati nelle liste elettorali di un qualsiasi comune della Regione siciliana». Una specificazione che nella vecchia legge elettorale non c’era e che il legislatore ha voluto appositamente inserire per evitare candidati calati dall’alto. Se l’Ufficio centrale elettorale non dovesse ammettere la candidatura di Fava a presidente della Regione, automaticamente decadrebbero anche le liste provinciali a lui collegate.
I partiti sono alle prese con la definizione delle liste, Rosario Crocetta, che ieri ha partecipato ad una manifestazione dell’Udc con il segretario nazionale Lorenzo Cesa e quello regionale Gianpiero D’Alia, ha ottenuto che nel «suo» listino non venisse candidato l’ex sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, indagato per truffa. Al partito ha chiesto di scegliere tre donne.