Grazie alla presenza dei numerosi relatori, l’incontro si è rivelato una riflessione a 360° gradi sulle problematiche legislative del settore enologico, a partire alla telematizzazione nel settore delle accise per arrivare alle nuove direttive comunitarie, con particolare riferimento ai vini a IGP Terre Siciliane e DO Sicilia, fino ai tanti punti da chiarire in merito alla dichiarazione di raccolta e produzione 2012/2013. La normativa di settore infatti, da quest’anno, impone a tutti gli operatori di settore una serie di adempimenti ed obblighi che modificano le abituali procedure.
“Con questo meeting – spiega il Presidente di Assoenologi Sicilia, enologo Carlo Ferracane, abbiamo voluto potenziare l’attività di formazione, informazione ed aggiornamento necessari per il nostro lavoro, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti come quello che stiamo vivendo. L’incontro è stato proficuo, soprattutto perché sono emerse tante perplessità. Ora – ha aggiunto Ferracane - dobbiamo raccogliere tutte le istanze dei nostri enologi, organizzarci e fare le nostre rimostranze per arrivare più preparati alle prossime scadenze” .
L’incontro, moderato dell’enologo Luciano Parrinello, si è aperto con i saluti del Presidente di Assoenologi Sicilia, Carlo Ferracane, del dirigente scolastico dell’ISISS Abele Damiani, il prof. Domenico Pocorobba, del dott. Marcello Caruso, commissario straordinario dell’Irvos, del dott. Giuseppe Napoleoni, direttore generale dogane per la Sicilia, del dott. Ferdinando Giordano, direttore dell’area dogane della direzione regionale per la Sicilia, e della dott.ssa Lucilla Cassarino, direttore dell’ufficio delle dogane di Trapani. La prima relazione è stata dell’ingegnere Lucio Crea, direttore dell’area accise della direzione regionale dogane per la Sicilia, che ha parlato della telematizzione nel settore delle accise, specificando quali sono i cambiamenti che essa comporta. “Una cosa importante – ha sottolineato Crea – è che, al momento del ricevimento dei prodotti sottoposti ad accisa, il destinatario deve fare la nota di ricezione entro 5 giorni, al fine di permettere il rilascio della garanzia al venditore”. Il dott. Giuseppe Bursi, dirigente dell’assessorato regionale per le Risorse Agricole, ha fatto invece una analisi della nuova viticoltura siciliana, alla luce delle nuove classificazioni dei vini a IGP Terre Siciliane e DO Sicilia. “Dal 2000 ad ora – ha detto Bursi – 320 milioni di euro sono stati impiegati, in Sicilia, per la ristrutturazione dei vigneti. Ciò ha modificato la piattaforma ampelografica aumentando le produzioni di varietà come grillo, inzolia, chardonnay, cabernet e catarratto lucido a discapito di quello comune”. Per quanto riguarda invece la Doc Sicilia, Bursi ha parlato di una situazione ancora in evoluzione, con 30 mila ettari di richieste di iscrizione e uno schedario viticolo che è in fase di aggiustamento. Il dott. Lucio Monte, responsabile Area Tecnica Scientifica dell’Irvos, e la dott. Ornella Rizzo, hanno spiegato il lavoro svolto, in questi primi 11 mesi dell’anno dall’Irvos (Istituto Regionale Vini Oli di Sicilia), quale organismo di controllo e certificazione, elencando le non conformità riscontrate e l’ampio lavoro svolto con successo. “Fino ad oggi abbiamo rilasciato circa 300 certificazioni di idoneità e lo abbiamo fatto in tempi record, creando un clima di fiducia e collaborazione con le imprese” – ha detto Monte. Il dott. Vincenzo La Sala, della CLS Informatica di Marsala, ha infine illustrato il nuovo portale di servizi Irvos, evidenziando come, da gennaio, siano stati più di 27.300 gli accessi al portale. Il dott. La Sala si è poi soffermato su come è cambiata quest’anno la dichiarazione di produzione 2012/2013, argomento sul quale si è aperto un ampio dibattito.
A chiudere i lavori è stato il dott. Dario Cartabellotta, dirigente generale dell’assessorato regionale per le risorse agricole – dipartimento interventi infrastrutturali che ha sottolineato lo spirito di servizio con cui assessorato e Irvos stanno lavorando per risolvere tutte le questioni che lentamente emergono. “Il fine ultimo di questo grande lavoro – ha detto Cartabellotta – è rafforzare l’identità del vino siciliano. Il dialogo tra assessorato, organismo di controllo, produttori e associazioni di categoria è il presupposto necessario”.