C'è chi dice per vacanza, c'è chi dice per altro. In questo periodo l’Amministrazione Comunale è stata retta dal vicesindaco Antonio Vinci. Il 2013 del Sindaco, dunque, comincia oggi. Vediamo un po’ la sua agenda.
L’AMMINISTRAZIONE. Ci sono tanti temi caldi e tanti dossier aperti sulla scrivania del Sindaco. Il primo e più delicato riguarda lo sforamento del patto di stabilità, che ha portato anche alla frattura con il dirigente della ragioneria, Fiocca. Proprio la lunga assenza del Sindaco è servita a raffreddare un po’ gli animi, e ha permesso al consulente Sebastiano Luppino di lavorare in tutta serenità per capire con Fiocca qual è lo stato di salute delle casse del Comune. Il risultato è che lo sforamento del patto di stabilità (che il Sindaco Adamo ama chiamare “patto di stupdità”) rimane, ma si attesta su cifre di molto inferiori alle previsioni, circa tre milioni di euro. C’è però da rivedere gran parte dell’assetto economico del Comune, per evitare che la situazione peggiori, e c’è da tagliare le spese non necessarie. Da quest’orecchio, finora, il Sindaco non ha voluto sentire. Riuscirà nel 2013 a mettere in campo una spending review come si deve? Le spese di Natale non fanno presagire nulla di buono, in tal senso.
CANTIERI FERMI. Nel frattempo i cantieri in città sono fermi. Le imprese non sono pagate, e quindi non portano avanti i lavori già appaltati. I creditori del Comune, tra l’altro, sono sul piede di guerra, e minacciano di marciare in corteo proprio verso Palazzo VII Aprile per fare valere i loro diritti. Come riuscirà il Sindaco a fare ripartire i lavori dei principali cantieri in città? Il problema non è di poco conto, perchè Marsala sta cominciando ad accumulare una serie di opere incompiute che rischia di diventare imbarazzante. Una su tutte: il Monumento ai Mille. I lavori del "surrogato" del progetto originale sono fermi.
IL PORTO. Resta sullo sfondo, ingombrante come un macigno, la vicenda del porto di Marsala. La posizione del Sindaco è sempre più difficile. Ha preteso che dalla Regione facessero un progetto per non darla vinta al gruppo dell’imprenditore Massimo Ombra. Ha detto in campagna elettorale che c’erano i soldi. Ha bloccato il progetto che era in dirittura d'arrivo, attivato dal precedente Sindaco, Carini, sulla base della Legge Burlando. Ma poi è andata dal nuovo presidente della Regione Crocetta a strappare la promessa di un finanziamento - altamente improbabile - di 50 milioni di euro per il porto. La novità, in questo tira e molla, è che sulle sue posizioni il Sindaco è però progressivamente isolato. Sia dal Pd,che da ex alleati come i socialisti, che dal presidente Sturiano, sono arrivati alcuni distinguo rispetto alle sue posizioni rigide. Sottolineature importanti. Il presidente del consiglio comunale, Enzo Sturiano, ha ricordato proprio al nostro giornale nei giorni scorsi che il porticciolo è gestito dai privati da alcuni anni e nessuno si è mai lamentato, ad esempio. Il Psi di Nino Oddo ieri ha fatto presente un dato: "Non ci sono due milioni di euro per completare il porto canale di Mazara, e secondo voi ci sono cinquanta milioni di euro per il porto di Marsala?". Ed è in questo clima che si avvicina il consiglio comunale di venerdì dove, in una seduta aperta, si cercherà di fare chiarezza su una domanda semplice e grandissima: ma, insomma, sto porto si fa o no?. L'ultima consiglio aperto sul porto fu uno spot elettorale per il candidato Sindaco Adamo. Adesso lo immaginiamo come una specie di interrogatorio, con la stessa protagonista di qualche mese fa. Quanto ci scommettiamo che finisce a urla?
MAGGIORANZA CALDA. Il fatto è anche che la strana maggiornanza che regge le sorti del Sindaco Adamo, in questi giorni senza la presenza del Sindaco a Marsala, si è scoperta diversa. Mentre fino ad ora i consiglieri e gli assessori sono stati schiacchiati sulle prese di posizione del Sindaco, adesso si respira una voglia di autonomia. Sturiano in primis, ma anche il vicesindaco Vinci - dicono le fonti interne al Comune - . L’addio al Pd di Gandolfo è più di una spia. Per capire come sia stramba la politica a Marsala basta riflettere un attimo sul fatto che i tre ceppi che compongono la maggioranza, il gruppo Sturiano - Ruggirello, il Pd, l’Udc sono alle elezioni politiche schierati su ben tre fronti diversi: nell’ordine, centrodestra, centrosinistra, Monti. Una maggioranza così eterogenea va d’amore e d’accordo i primi mesi, quando la voglia di fare è tanta, la colpa delle cose che vanno male è del Sindaco che c’è stato prima, ognuno spera ancora di riempire caselle e calmare appetiti. Ma il 2013 per la maggioranza di Adamo è l’anno della verità. Senza un progetto di città (che al momento non c’è. L’unica idea di città al momento è: fare come dice il Sindaco, se no si arrabbia...) tutti i nodi verranno al pettine. E già Sturiano ha annunciato battaglia: dopo le elezioni si deve fare il rimpasto di Giunta, e il suo gruppo vuole uno o due posti.
L’UDC. Tutto questo, se non verranno prima al pettine i nodi in casa Udc, dove i malumori sono tanti. Già dopo le elezioni regionali se ne era andato un pezzo di partito, accusando Giulia Adamo, che dell’Udc è presidente regionale, di non aver tutelato il partito di Trapani in occasione delle elezioni. Adesso la situazione è peggiorata. Adamo è stato deliberatamente fuori dall’Italia nel momento in cui si dovevano fare le liste per le politiche. Guarda caso le liste si presentavano ieri, quando lei è tornata. Si, ha telefonato, pressato. Ma non si può imporre un candidato dal Brasile, le ha spiegato Casini. E infatti la lista dell’Udc, per la parte competente la provincia di Trapani, l’ha fatta Mimmo Turano, che ha tentato fino all’ultimo, non riuscendoci di inserire Massimo Grillo. E ha bloccato Gianni Pompeo. Insomma, l’Udc ormai è più roba sua che di Giulia Adamo.
VASSOIO. Nell’agenda del Sindaco Adamo c’è una cosa da risolvere subito. La questione del vassoio d’argento, il regalo di nozze comprato con i soldi del gruppo regionale del Pdl - Sicilia quando lei era capogruppo. Una cosa imbarazzante. Una vicenda che lei stessa ha ammesso con troppo candore.