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24/01/2013 05:28:37

Trattativa Stato - mafia. Oggi si decide sulle richieste di rinvio a giudizio

Nel corso dell'ultima udienza, nell’aula bunker di Pagliarelli, preclusa sempre a pubblico e cronisti, gli ultimi interventi dei difensori degli 11 indagati, dopo la requisitoria del pm Nino Di Metteo e le richieste delle parti civili la scorsa settimana. Il giudice dell’udienza preliminare Morosini ha rinviato l’udienza ad oggi per eventuali repliche di pm e legali, quindi si ritirerà in camera di consiglio per la decisione, compresa la richiesta di rito abbreviato avanzata dall’ex ministro Calogero Mannino.

Ieri è stata esaminata la posizione di Bernardo Provenzano, stralciata nei giorni scorsi. Il boss, in coma vigile dopo un intervento al cervello eseguito all’ospedale di Parma, non è, infatti, in condizioni di seguire il dibattimento.

Nell'ultima udienza hanno preso la parola l’avvocato Basilio Milio che assiste gli ufficiali del Ros, Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno; l’avvocato Alessandra De Paola in difesa del boss pentito Giovanni Brusca; l’avvocato Giovanni Anania per Salvatore Riina; gli avvocati Francesca Russo e Roberto
Agostino, legali di Massimo Ciancimino, il solo - tra gli imputati - che deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa e calunnia aggravata nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Milio ha contestato la scelta della Procura di contestare ai carabinieri il reato di violenza o minaccia a Corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato previsto all’art. 338 del codice penale. Meglio sarebbe stato l’attentato a un organo costituzionale - previsto dall’art. 289 - che comunque non riporta più nel suo testo la turbativa dell’attività di governo. Inoltre ha invocato, per Mori già imputato in un altro processo dagli identici contenuti, il principio del “ne bis in idem”. Lo stesso avvocato ha poi contestato al pm Di Matteo di avere omesso nella sua requisitoria «vicende importanti per l’accertamento della verità» e ha giudicato contradditorie le conclusioni della Procura che «da un lato sostiene che gli ufficiali agirono per rafforzare Cosa nostra, dall’altro che sarebbero stati incaricati dai politici di trovare una soluzione".

Lo scorso venerdì, intanto, il procuratore generale ha chiesto  la condanna a 7 anni di reclusione per il senatore del PdL Marcello Dell'Utri,imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo è in corso a Palermo, in Corte d'Appello. Dell'Utri era stato condannato a 9 anni in primo grado e a 7 in appello.La Cassazione annullò con rinvio la sentenza. Il pg ha parlato di un "rapporto trentennale tra Cosa Nostra e Dell'Utri" e di "un patto scellerato", prima tra il senatore e i capimafia, che poi cercheranno "un referente in Forza Italia".