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11/06/2013 04:38:27

Don Chisciotte, le pale ed i “ladri di bellezza” a Petrosino

Lì la mia Torrazza/mare di sabbia e di alghe,/
il mio Biscione/languido di salmastro/
lì le mie sfide/a lunghe bracciate,/
lì, nel mio mare,/io e la mia età.
Giacomo Giannone

Prima del 1981 (anno in cui è diventata Comune autonomo), se guardavi nelle carte geografiche –sicuramente le stesse che hanno guardato quelli della “Bbc Power” di Milano e della società ravennate “Tre Tozzi Renewable Energy”, che vogliono installare 48 pale eoliche alte 150 metri nel mare di Biscione – Petrosino non c’era, al suo posto trovavi al massimo Piano Parrini e Punta Pizzolato.

Di fronte a queste profonde coltellate – le “48 pale eoliche alte 150 metri nel mare di Biscione” –, programmate dai “ladri di bellezza” e impuniti massacratori dell’ambiente altrui, come reagirebbe, l’On. Francesco De Vita, uno dei figli migliori della comunità petrosilena e politico di qualità, il quale ha contribuito alla formulazione della Carta Costituzionale della nostra Repubblica?
Certamente, fermo ai valori costituzionali fondanti (non esclusi quelli che riguardano la tutela dell’ambiente e della cultura e degli habitat), non inviterebbe i suoi concittadini alla rassegnazione!
Certamente impedirebbe che una criminosa logica mercantile-sviluppista soffocasse la storia e la memoria complessiva dei “luoghi” in cui è nato il nucleo culturale e politico che oggi porta il nome di Comune di Petrosino, autonomo e sovrano.
Ed è per questo che il nostro intervento narrativo guidato dal “c’era Petrosino” è una presa di posizione sulla necessità della tutela e della conservazione della propria autonomia e sovranità politica: sul futuro di questo Comune non può decidere che la sua comunità di riferimento. Sul futuro di questa popolazione e del suo territorio le deliberazioni non debbono essere prese dalle società commerciali delle perforazioni e delle deflorazioni del profitto predatorio.
C’era Petrosino con i suoi circa settemila abitanti laboriosi, prevalentemente viticoltori (la prima Cantina Cooperativa, una delle più grandi della Provincia, nasce negli anni ’60), e le sue case immerse tra giardini di agrumi e filari di vigne.
C’era Petrosino con il suo mare cristallino ricco di scogli, banchi di sabbia, posidonia e, soprattutto, pescoso; c’era con le sue coste variegate: le dune sabbiose di Torrazza dal lato Capo Feto, le rocce nella direzione di Torre Sibiliana fino alla “Caserma Vecchia” della Finanza e, al centro, il sempre calmo/caldo porto naturale di Biscione.
C’era Petrosino e c’era Biscione con le poche case dei pescatori, arricchite di nasse di junco raccolto nei margi (per pescare i “vopi du Bisciuni”), reti (per i “pisci di gghiotta”) e bolentini (per i “piscirrè”) e c’era la sua piazza ancora sterrata (dove ogni anno, si svolgeva la Festa del Primo Maggio), la spiaggetta e poco più in là, di fronte a “Casa Balli”, il “campo” di posidonia per le non tanto improvvisate partite di calcio e, ancora, oltre la “Casa di Pino l’Americano”, di nuovo la sabbia.
C’era il mare di Biscione con la “rocca rossa” per i tuffi e le sue barche di paranza e poco oltre un “prato” di posidonia che riaffiorava dal mare (meta per gli amanti dei ricci) e, tra questo e l’orizzonte, la prua-faro di una “nave affunnata”.
C’era Biscione quando si sono costruite le “case per un giorno” (utilizzate per le scampagnate ma non per dormirci la notte) e quando sono nate le due pizzerie, “La ruota” e “Stella Marina”, dove si giocava anche al flipper o a biliardino e si ascoltava musica dal jukebox…
Foto n.2
C’era Biscione anche poi e, adesso, non c’è più… per la “Bbc Power” e la “Tre Tozzi Renewable Energy” che,

 in assenza di “centri abitati di significative proporzioni”, qui vogliono costruire un parco eolico off-shore ad appena 2 miglia dalla costa ed interessa una superficie di circa 40 km/q e che prevede l’istallazione di 48 aerogeneratori, che hanno un’altezza totale di 195 metri, emergeranno dal mare per 150 metri e verranno posizionati a profondità batimetriche variabili da 19 a 40 metri, oltre alla realizzazione dei relativi cavidotti di asservimento in atterraggio sulla costa petrosilena.

Lo specchio d’acqua interessato è molto pescoso e le pale creerebbero effetti negativi (rumore intenso e vibrazioni, aumento di torbidità e ri-sospensione di sedimenti inquinati, impatti elettromagnetici, il cambiamento nel comportamento dei pesci…) agli animali quanto agli abitanti.

I “ladri di bellezza”, così li ha chiamati il critico d’arte ed ex Sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, dopo aver deturpato le colline belicine, adesso intendono violentare i nostri mari.
Gli abitanti di Petrosino, insieme al Primo Cittadino Gaspare Giacalone, non hanno avuto il tempo di gioire per essere riusciti a bloccare (ci auguriamo per sempre) a Torrazza – zona di rilievo ambientale sottoposta a norme internazionali di tutela (Convenzione Ramsar) a salvaguardia dell'habitat degli uccelli che durante le migrazioni sostano nelle zone umide dei “margi” – la cementificazione attraverso un progetto (in parte realizzato e sequestrato) della Roof Garden e aver approvato, in consiglio comunale, l’atto di indirizzo per avviare l’iter d’esproprio dell’area privata della spiaggia, che hanno dovuto intraprendere un’altra lotta contro la realizzazione del parco eolico off-shore (per chi volesse firmare la petizione questo il link
In questa lotta si sono ritrovati, oltre all’Amministrazione comunale petrosilena, i pescatori di Marsala e Petrosino, i rappresentanti locali di Legambiente, i No Muos, le associazioni di pesca subacquea, ma non gli amministratori delle altre città.
Proprio ora che, con enormi sforzi, Petrosino si sta distinguendo per l’offerta di un turismo sostenibile e un mare dai ricchi fondali di fauna e flora e per la notevole biodiversità, capaci di attirare sempre più appassionati di escursioni subacquee.

La storia che stanno vivendo i cittadini petrosileni ci fa ricordare quella del Don Chisciotte della Mancia quando vide i mulini a vento e, scambiandoli per dei giganti, gli si scagliò contro e infilzò la lancia in una delle pale che lo sollevò insieme al suo cavallo Ronzinante lasciandoli poi cadere rovinosamente, con la sola differenza che qui i mulini a vento sono dei veri e propri giganti e Don Chisciotte non solo non ha perso la ragione ma riuscirà a sconfiggere definitivamente i “ladri di bellezza”, affinché gli interessi dei pochi non prevalgano sulle ragioni dei tanti.
“Questa è guerra onorata, ed è un servire Iddio il togliere dalla faccia della terra sì trista semente” ("Don Quijote de la Mancha" di Cervantes)!


Giacomo Cuttone