In una terra come la Sicilia, in cui frequenti sono le commistioni tra “pezzi di mafia, strane associazioni più o meno segrete, servizi deviati e stampa” (cit. Lirio Abbate, giornalista nel mirino della mafia), soprattutto gli eletti devono essere e apparire trasparenti in tutte le loro iniziative politiche e amministrative. Pertanto, il gruppo consiliare ABC propone al Consiglio di approvare un atto di indirizzo che imponga a tutti gli amministratori, consiglieri comunali, persone nominate, designate o incaricate, di dichiarare pubblicamente la propria appartenenza, attuale o passata, ad associazioni o a organizzazioni di qualsiasi tipo, soprattutto a quelle riservate, come la massoneria. La mozione chiede inoltre di provvedere alla pubblicazione delle dichiarazioni degli eletti sul sito web del Comune, al fine di garantire massima trasparenza, e quindi scongiurare ogni pericolo di conflitto di interessi o sospetto di occulte commistioni nell’ambito dell’attività amministrativa.
Il diffuso senso di sfiducia verso le istituzioni ed i suoi rappresentanti, spesso accusati di fare gli interessi propri o quelli dei propri “amici” anziché occuparsi del bene comune, impone maggiore trasparenza nell'attività di qualunque soggetto investito di pubbliche funzioni. La dichiarazione, dunque, renderà forti gli eletti, evitando le maldicenze e rafforzando al contempo la fiducia dei cittadini, che potranno esercitare un maggiore controllo sulle istituzioni e sui loro rappresentanti.
Altri enti hanno già agito in tal senso. In particolare, una apposita legge della Regione Toscana prescrive ai consiglieri regionali di dichiarare la loro appartenenza ad associazioni o organizzazioni, anche riservate: tale disposizione è stata riconosciuta legittima con sentenza del Consiglio di Stato (6 ottobre 2003 n.5881). Iniziative analoghe sono state assunte dal Comune di Roma e dall'Ordine dei Giornalisti della Sicilia, che ha chiesto agli iscritti un’autocertificazione di non appartenenza alla massoneria e ai servizi segreti.