Venerdì si è immersa la squadra guidata dal soprintendente e archeologo Sebastiano Tusa, dopo la segnalazione di Giampaolo Mirabile. Il reperto di grande interesse paleontologico rinvenuto è una lunga zanna di Elephas Mnaidrensis, parzialmente conservata e fortemente inglobata nel conglomerato naturale prodotto di accumuli alluvionali, evidentemente di epoca pleistocenica. La zanna è lunga oltre un metro e risulta sezionata a metà longitudinalmente. Già in quel tratto di mare, alcuni anni fa, vennero identificati due molari fossili di Elephas Mnaidrensis, una varietà di elefante di media taglia vissuto in Sicilia tra 100.000 e 200.000 anni fa. Nelle vicinanze sono state identificate probabili orme di elefante nel banco conglomeratico presente sul fondo del mare.