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17/10/2013 11:30:00

Chiede 10.000 euro perchè vittima di estorsione. Ma è tutta una farsa. Arrestato ad Alcamo

I Carabinieri della Compagnia di Alcamo ieri pomeriggio hanno tratto in arresto Giovanni Badamo, classe 72 residente a Castellammare del Golfo, con l’accusa di sequestro di persona, tentata estorsione e simulazione di reato.
I fatti risalgono allo scorso luglio, la vicenda, sin dall’origine, era apparsa molto strana agli occhi degli inquirenti. Tante incongruenze sono saltate all’attenzione degli investigatori quando nella tarda mattinata dello 12 luglio scorso, Badamo si era presentato presso la caserma dei Carabinieri di Alcamo per denunciare che da alcune settimane due individui lo seguivano e lo minacciavano di morte e di compiere altre ritorsioni nei confronti della propria famiglia, nel caso non avesse assecondato le loro richieste.
L’uomo, sentito dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Alcamo diretti dal Tenente Danilo Ferella e dai colleghi della Stazione di Castellammare del Golfo guidata dal Maresciallo Luigi Gargaro, aveva ricostruito una serie di episodi ricchi di particolari che, però, agli occhi degli inquirenti, erano subito sembrati anomali. Tra i vari fatti narrati, quello che più aveva colpito gli investigatori era relativo ad un avvicinamento di Badamo, ad opera di due ignoti soggetti, stando al suo racconto, in pieno giorno, lungo la strada ss.187 poco prima del Belvedere di Castellammare. In quell’occazione ha raccontato l’uomo una vettura di grossa cilindrata di colore grigio, dopo averlo superato a gran velocità, gli sbarrava la strada ponendosi di traverso sulla carreggiata.
Il racconto di Badamo, molto pittoresco, aveva immediatamente lasciato perplessi gli investigatori che, comunque, trovandosi dinanzi ad una denuncia molto grave, avevano immediatamente avviato le indagini per verificare e riscontrare il racconto dell’uomo.
L’uomo aveva riferito agli inquirenti che i due soggetti, con accento sicuramente palermitano, gli avevano detto di farsi consegnare 10.000 euro in contanti dal titolare dell’impresa dove lavorava la propria moglie, pena una ritorsione nei confronti dei suoi figli. Badamo quindi, senza dire nulla alla propria consorte, aveva deciso di contattare la figlia del datore di lavoro della moglie (titolare di una nota azienda di Castellammare del Golfo).
Con una scusa quindi era riuscito a contattare la ragazza e stando al suo racconto, gli aveva chiesto 10.000 euro al fine di impedire che qualcuno facesse del male ai propri cari.
Dopo essere riuscito a convincerla a seguirlo presso la propria abitazione, infatti Badamo, le sottraeva il cellulare e la minacciava con un coltello affinché convincesse il padre titolare d’azienda a dargli la somma di denaro. L’uomo, sperando di giustificarsi di tale azione, aveva detto alla giovane che era vittima di un’estorsione e che era costretto a comportarsi in tal modo per salvare i propri cari.
Dopo alcune decine di minuti, l’uomo, convinto che la giovane gli avrebbe consegnato i soldi, la faceva andare via. La ragazza scossa per quanto accadutogli si recava quindi dal padre riferendogli quanto successo ed insieme si presentavano in caserma per denunciare il fatto. Nel frattempo tuttavia Badamo, che magari si era reso conto che la storia di essere stato vittima di ricatto non era credibile, andava anche lui in caserma per cercare di sviare gli inquirenti denunciando la presunta estorsione patita dallo stesso da parte di due soggetti palermitani a lui sconosciuti.
I militari dell’Arma raccolte le due versioni dei fatti hanno interrogato Badamo per diverse ore e dopo le numerose contraddizioni e discrepanze emerse nonché le contestazioni formulategli, l’uomo ammetteva di essersi inventato la storia dell’estorsione per giustificare il proprio gesto.
Il Sostituto Procuratore Franco Belvisi, analizzati gli elementi raccolti dai carabinieri della Compagnia di Alcamo, coordinati dal Capitano Savino Capodivento, condividendone le risultanze investigative, ha quindi chiesto al Gip Lucia Fontana una richiesta di custodia cautelare in carcere. L’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari è stata emessa ed eseguita nel pomeriggio di ieri da parte dei Carabinieri di Alcamo, che così hanno posto la parola fine a questo bizzarro capitolo di storia criminale.