Dopo tre anni è stato dissequestrato il cantiere dei lavori di messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo. Ma le indagini continuano. La Procura della Repubblica di Trapani sta compiendo ulteriori accertamenti tecnici per quanto riguarda il reato di frode nelle pubbliche forniture. Perché proprio di questo si tratta. Il cantiere era stato sequestrato nel maggio 2010 dopo l’indagine della Guardia di finanza proprio per il sospetto utilizzo di cemento depotenziato per le banchine del porto. Dopo due mesi dal sequestro soltanto in una parte del porto è stato dissequestrato, questo per consentire la ripresa dei lavori mai avvenuta. L’appalto del porto di Castellammare è milionario. Si parla di 40 milioni di euro che fanno, e hanno fatto gola a tutti. Le indagini sul porto di Castellammare si legano a quell’inchiesta antimafia chiamata Cosa Nostra Resort. Nelle intercettazioni noti esponenti di cosa nostra venivano beccati mentre parlavano proprio del porto e della Siciliana Inerti e Bituminosi Srl come azienda per la fornitura di materiale per il porto. La magistratura su questo punto e su altri presunti imbrogli continua a indagare. Era stato anche un pentito, Gaspare Pulizzi a parlare ai pm di quell’appalto e che si tenne addirittura un summit convocato dagli allora latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo per mettere a posto Castellammare.
A dare la comunicazione del dissequestro è stato lo stesso sindaco di Castellammare Nicola Coppola.
“Una notizia di grande positività che può dare vigore, energia e ripresa alle attività infrastrutturali del territorio. Finalmente i lavori del porto ripartono, con la gioia del Sindaco , di tutta l’ amministrazione comunale, di tutta la Città di Castellammare, delle imprese e dei lavoratori interessati”.