I tagli al bilancio regionale sono davvero drastici e rischiano di far chiudere le riserve naturali gestite dalle associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente. Una sforbiciata di circa l’80% nel bilancio regionale approvato a fine gennaio. Tagli mai visti che fanno scendere sul piede di guerra le associazioni ambientaliste e soprattutto i 90 dipendenti a cui verrà garantito lo stipendio solo fino a marzo se non cambieranno le cose. Il taglio, che arriva dopo l’impugnativa al bilancio da parte del Commissario dello Stato, è gigantesco. Si passa dai 4 milioni di euro dello scorso anno ai 600 mila euro del 2014 che serviranno a garantire il funzionamento minimo per questi due mesi. E riguardano trasferimenti che andranno a tutte le 23 riserve e parchi naturali gestiti dalle associazioni ambientaliste. Il rischio è quello di vedere bloccate le attività di gestione, le azioni di conservazione degli ambienti naturali, le visite guidate, la sorveglianza dei territori, le iniziative di educazione ambientale e divulgazione naturalistica. Rischiano sostanzialmente di chiudere, di cessare di esistere e tornare in balìa degli inquinatori professionisti.
Tra queste ci sono anche alcune tra le riserve più belle dell’intera Sicilia, da Lampedusa che viene gestita da Legambiente, al Monte Conca affidato al Club Alpino Italiano, Le saline di Priolo. E la Riserva naturale delle Saline di Trapani e Paceco che è sotto la gestione del WWF, come il Lago Preola e le grotte di Santa Ninfa, anche queste gestite dal WWF.
“Con questi tagli non verranno garantite soprattutto le attività di tutela e salvaguardia” - spiega Girolamo Culmone, direttore delle Saline di Trapani. Le associazioni ambientaliste gestiscono le riserve per conto della regione siciliana secondo una apposita convenzione. “La convenzione per le Saline prevede un costo di gestione di 51 mila euro che è esattamente uguale al 1995, quando venne affidata in gestione la riserva delle saline. In questo momento i tagli sono ovunque, non si sorprende più di tanto. Si aspettano le ulteriori manovre ma non credo che il sistema delle aree protette sia una priorità dell’attuale governo regionale. Non vengono considerati come tesori. Siamo estremamente preoccupati”. E le associazioni hanno chiesto all’assessore regionale al Territorio ambiente, Mariella Lo Bello, un incontro per affrontare la questione, anche perché ci sono 90 dipendenti in ballo. “Speriamo di poter risolvere tutto nell’ambito del aggiustamento del bilancio – dice Culmone. Noi continuiamo ad essere qui in prima linea a gestire le riserve. Ma così, con questi tagli la riserva chiude, per la gioia di quanti non vedono l’ora di scaricare qui cemento e amianto. Il partito del cemento è sempre attivo, senza le riserve questi posti bellissimi sono in pericolo”.