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24/02/2014 07:15:00

Abusivismo costiero. Procura in campo a Trapani. Sicilia regione più abusiva d'Italia

Mentre la Sicilia, ancora una volta, ottiene la medaglia d’oro della tristissima classifica degli abusi edilizi, in provincia di Trapani, seppur lentamente proseguono le demolizioni di immobili irregolari.
La Procura di Trapani, diretta da Marcello Viola, in questi mesi si è mostrata intransigente contro gli immobili abusivi. Dal mese di aprile sono già otto i fabbricati non in regola demoliti. Quattro “in economia”, da parte degli interessati, che si trovavano a Paceco, Castellammare, Favignana ed Erice. Nei giorni scorsi è stata iniziata la demolizione di un altro immobile a Trapani. Questi si vanno ad aggiungere agli altri tre immobili finiti in macerie su iniziativa dei proprietari. Tutto si sta svolgendo seguendo le sentenze dell’autorità giudiziaria diventate ormai definitive. A coordinare il tutto, nel circondario del Tribunale di Trapani, è stata la Procura guidata da Viola, con un apposito gruppo di lavoro, i consulenti e le forze dell’ordine, che si stanno occupando delle demolizioni. “La legge prevede anche che una volta abbattuto l’immobile, il terreno su cui sorgeva finisce nel patrimonio del Comune. Solo nel caso di demolizione in proprio il proprietario può evitare di perdere il possesso del terreno”, spiega il procuratore. Tra questi abbattimenti c’è quello “illustre” dell’immobile del deputato regionale Paolo Ruggirello, che ha fatto demolire il suo fabbricato di Marausa, abusivo da oltre 30 anni, di sua iniziativa. Sempre a Marausa insiste la pizzeria La Perla, che dopo 31 anni di attività, ha chiuso i battenti dopo l’ingiunzione del Tribunale. In questo caso è da registrare la protesta del proprietario Vito Morsellino, che nel 1982 ha ottenuto tutte le licenze per iniziare l’attività sia dal Comune di Trapani che dalla Questura.
A Marsala intanto si aspetta di completare la lista di 22 demolizioni di fabbricati abusivi costruiti a meno di 150 metri dal mare. Le demolizioni sono cominciate nel settembre 2011, dopo anni di intoppi e ritardi. Siamo arrivati a 13 demolizioni, fino a questo momento. Le demolizioni, come vuole la legge, sono a spese degli autori dell’abuso. Il Comune di Marsala in questi anni ha anticipato le somme, per poi farsele restituire dagli abusivi. In questi giorni l’amministrazione comunale ha deliberato che è possibile rateizzare il pagamento delle somme per gli abbattimenti per i proprietari degli immobili abusivi. La rateizzazione riguarda i 10 immobili demoliti fino a tutto il 2012, e ha cadenza semestrale, per un massimo di 3 anni.
A Castelvetrano, dove insiste la frazione più abusiva d’Italia, Triscina, il sindaco Felice Errante ha dato incarico all’avvocato Giovanni Lentini di esprimere un parere legale relativamente alle problematiche inerenti al Piano regolatore generale e alle sue prescrizioni esecutive proprio sulla frazione balneare e in particolare sulle lottizzazioni Volpe e Quartana. In gioco c’è la sopravvivenza di decine di immobili abusivi.
In tutto ciò la Sicilia continua a essere la regione più abusiva d’Italia. E’ il triste primato venuto fuori da uno studio di Legambiente.. In Sicilia nel 2013, nella aree demaniali costiere, sono stati commessi 476 illeciti, con 725 persone denunciate e 286 sequestri. Le coste siciliane negli anni sono state deturpate, violentate, da scempi edilizi che ancora oggi fanno brutta mostra davanti agli increduli turisti. Si calcola che sono circa 50 mila gli immobili abusivi nelle coste siciliane. Ci sono le 5 mila case costruite tra le zone costiere di Castelvetranoe e Campobello, con Triscina e Tre Fontane. Ci sono le 560 case nella zona che dovrebbe essere tutelatissima della Valle dei Templi, ad Agrigento. I 400 immobili abusivi nella Riserva della Foce del Simeto, a Catania. E ancora gli scempi di Pizzo Sella, 360 case di cui 300 solo scheletri, in quella che è stata ribattezzata “la collina del disonore” a Palermo.
Nonostante tutto è ancora molto difficile correre ai ripari, demolendo le strutture abusive. Soltanto il 10% delle ordinanze di demolizione in Sicilia vengono eseguite. Ciò, nonostante l’attivismo delle procure, che intimano sempre di più i Comuni a dare gas alle ruspe.