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14/01/2015 06:52:00

Crollo muro Florio. Altre testimonianze al processo per disastro colposo e lesioni

  “Alcuni giorni prima dell’arrivo dell’escavatore erano state tagliate, con martelletti pneumatici e altri attrezzi, le travi che sostenevano il telaio del ponteggio”. E’ quanto hanno dichiarato, in sintesi, davanti al giudice monocratico Riccardo Alcamo, due operai che il 15 luglio 2010 erano a lavoro nel cantiere allestito per la ristrutturazione del muro di recinzione (lato lungomare) dello stabilimento vinicolo Florio. I due testi, Carlo Merlo e Giovanni Sammartano, sono stati ascoltati nel processo che per disastro colposo e lesioni personali gravissime e permanenti vede imputati Marcello Lombardo, di 31 anni, responsabile del cantiere su incarico dell’impresa ‘’Gam Costruzioni’’, e Giuseppe Maurizio Angileri, di 39, dipendente della ‘’Duca di Salaparuta’’, coordinatore della sicurezza. Il procedimento è quello avviato a seguito del crollo addosso a uno scooterista in transito di una parte del muro di cinta e dell’impalcatura metallica che vi era stata installata. Sotto le macerie, la mattina del 15 luglio 2010, rimase l’allora 53enne Vincenzo Pipitone, insegnante tecnico-pratico dell’Itc ‘’Garibaldi’’. L’uomo riuscì a sopravvivere, ma è rimasto sulla sedia a rotelle. “Eravamo dentro lo stabilimento, poi abbiamo sentito un boato e siamo usciti” hanno dichiarato i due operai, che sulla consistenza e stabilità del ponteggio hanno, di fatto, confermato quanto detto in una precedente udienza da un tecnico per la sicurezza dell’Asp, Francesco Vallone, che in aula disse: “Il ponteggio non era ben puntellato. Era ancorato solo in quattro punti, anziché dieci. Il piano di sicurezza diceva di vietare l’avvicinamento di persone, ma questo non è stato riscontrato’’. Prossima udienza il 4 maggio. In fase di udienza preliminare, decise di patteggiare la pena (condanna a un anno e due mesi di reclusione con pena sospesa), il 42enne Stefano Gioacchino Catalano, sub-appaltante e manovratore della pala meccanica con cui si stava procedendo alla demolizione di parti interne attigue al muro crollato sulla strada. Intanto, sul piano economico, a pagare per quanto accaduto potrebbe essere anche la ‘’Duca di Salaparuta’’, che su richiesta del legale della vittima è stata dichiarata ‘’responsabile civile’’ dal gup Annalisa Amato.