Due anni di reclusione (pena sospesa) sono stati inflitti dal giudice dell’udienza preliminare Annalisa Amato al 36enne pregiudicato marsalese Raimondo Parrinello, che lo scorso 20 ottobre era stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri per detenzione illegale di arma da fuoco. Parrinello, tornato in libertà, è stato processato con rito abbreviato. Nella sua abitazione, i militari trovarono una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa e relative munizioni. L’arma, avvolta in un asciugamani, fu poi inviata al Ris di Messina per accertare se era stata utilizzata in azioni criminali. L’operazione dei carabinieri fu condotta nell’ambito del “Piano Trinacria”, un servizio straordinario di controllo del territorio effettuato ciclicamente dai militari dell’Arma nei territori di Marsala e Petrosino, con perquisizioni domiciliari ai soggetti ritenuti più pericolosi, posti di blocco e accertamenti in esercizi pubblici. Nel novembre 2006, Raimondo Parrinello, che davanti al gip si era avvalso della facoltà di non rispondere, era stato arrestato, assieme al fratello minore Antonio (entrambi sono autotrasportatori), per ricettazione e detenzione, a fini di spaccio, di sostanza stupefacente. Nel loro garage, i carabinieri trovarono marijuana, nonché numerosi ciclomotori rubati e un’ingente quantità di parti meccaniche smontate, probabilmente pronte per essere commercializzate sul mercato clandestino. Il 4 novembre 2011, Parrinello fu “gambizzato” a colpi di pistola in via Oberdan. Episodio per il quale è stato condannato (3 anni e mezzo di carcere) un altro pregiudicato marsalese, il 40enne Francesco Franco.