Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
25/01/2015 06:50:00

San Vito Lo Capo, tanta rabbia per la distruzione della costa di Macari

 Continua a fare discute a San Vito Lo Capo il caso della distruzione di un tratto di costa a Macari, dove la settimana scorsa una parte della scogliera è stata distrutta con un escavatore, abbandonato poi sul posto, al fine di ricavare un accesso al mare. Due persone sono state denunciate

È stata depositata dal M5S una interrogazione per capire se nei programmi del governo ci sono progetti per cercare di trovare un modo di vigilare pìù concretamente sui patrimoni e le bellezze naturali della Sicilia. "Comprendiamo - afferma il deputato Sergio Tancredi, primo firmatario dell'atto - che si tratta di operazione non certo facile, vista l'estensione delle coste e dei territori dell'isola. Questo non significa, però, che ci si debba rassegnare all'inazione e sperare solo nella buona sorte per difendere le bellezze naturali da attacchi criminali. Enti locali, demanio e Regioni si coordino meglio e forse qualche risultato in più e qualche danneggiamento in meno potrebbero essere a portata di mano. È stata un'operazione durata un paio di giorni. Qualcuno potrebbe avere visto e se lo ha fatto ha il dovere civico di raccordarsi con le forze dell'ordine". 

Sul registro degli indagati sono stati iscritti, dal sostituto procuratore Andrea Tarondo, il sanvitese Andrea Di Liberti, del '57, indicato come committente dello scavo, e Giovanni Coppola, nato nel '46, di Custonaci, quale conducente della ruspa che ha fatto a pezzi la falesia della spiaggia "Le Grotticelle". Sono comunque ancora in corso indagini della Procura per ricostruire l'esatta modalità con cui è stato realizzato il lavoro di sbancamento e per individuare ulteriori profili di responsabilità che potrebbero portare all'iscrizione di altri indagati. Intanto per Di Liberti e Coppola le accuse sono di "occupazione del suolo demaniale", che prevede l'arresto fino a sei mesi e un'ammenda massima di 516 euro, e di "distruzione o deturpamento di bellezze naturali", la cui sanzione prevista oscilla dai 1000 ai 6000 mila euro.

Il Sindaco di San Vito lo Capo, Matteo Rizzo, è categorico: “Fatti gravissimi come la devastazione della costa di Macari non avverranno mai più; il Comune farà tutto quanto nella sua possibilità affinché gli autori di questo delitto ambientale siano puniti nella maniera più severa, e inoltre potenzierà la sorveglianza per salvaguardare il patrimonio naturale che rappresenta il vanto di San Vito lo Capo”. Costituzione di parte civile nel processo, azioni finalizzate alla revoca della concessione demaniale ai responsabili, richiesta di risarcimento danni per la distruzione del bene pubblico ma anche per l’offesa all’immagine di un territorio che si è sempre distinto per il rispetto della natura, queste le linee su cui si muoverà il Sindaco: “Proprio nelle grotticelle sul bagnasciuga ora distrutte fino a una sessantina di anni addietro viveva una piccola colonia di Foca monaca, quella era una nicchia ecologica di grandissima importanza, irripetibile; cosa diremo domani ai nostri figli, ai turisti, davanti allo scempio perpetrato da uomini avidi e incoscienti che ci hanno privato anche della memoria? Spero che la loro punizione sia da monito a quanti pensano di poter violentare la natura impunemente”.
Il danno è incalcolabile, ma sarebbe stato ancora più grave se la Polizia Municipale non avesse colto quasi sul fatto gli autori dello scempio, che certamente avrebbero proseguito nella loro azione criminale: “Il ringraziamento non solo mio, ma dell’intero paese, dei turisti, degli amanti di San Vito lo Capo, va ai Vigili Urbani, ai Carabinieri, alla Capitaneria di Porto, alla Procura della Repubblica, che con una sinergia straordinaria hanno operato per limitare al massimo il degrado di quella zona splendida”.
L’Amministrazione Comunale sa di non essere sola nella sua battaglia per la salvaguardia dell’ambiente: “Ringrazio il Presidente Rosario Crocetta per la sensibilità dimostrata, l’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Croce, per aver portato all’attenzione della Giunta la questione, e i parlamentari nazionali e regionali che hanno già presentato interrogazioni sull’accaduto – dice Matteo Rizzo – Noi da parte nostra assicuriamo, promettiamo, minacciamo se è il caso, di innalzare ancor più la soglia di attenzione nei confronti di quel bene supremo che è l’ambiente, non solo naturale ma anche antropico: vogliamo continuare ad essere il punto di riferimento per un turismo rispettoso della natura e dell’urbanistica, della memoria e delle tradizioni. Se San Vito lo Capo oggi rappresenta una eccezione nel panorama turistico nazionale un motivo ci sarà pure, e io credo che sia da ricercarsi nelle scelte operate dalla Amministrazione locale, a volte difficili, talora al centro di polemiche, ma certamente dettate solo dall’amore per la nostra terra e finora dimostratesi vincenti”.
Per quanto riguarda la distruzione della scogliera di Macari, una volta individuati i responsabili che sono stati denunciati all’autorità giudiziaria, il Sindaco è categorico: “Né loro né altri potranno mai più commettere atti simili, e noi – io, la Giunta, il Consiglio Comunale - non ci faremo intimidire da alcuno, lo sappiano quanti avessero in animo di fare qualunque cosa che possa danneggiare il paese, il territorio, la cultura che essi esprimono”.