L'apertura dell'anno giudiziario è stata l'occasione per fornire i numeri della giustizia a Palermo, Trapani, Agrigento. Cosa nostra nonostante l'incessante contrasto da parte dello Stato, «continua ad essere - ha sottolineato il presidente di Corte d'Appello facente funzioni, Ivan Marino - un'organizzazione potente, fortemente strutturata nel territorio, riconosciuta per autorevolezza da vasti strati della popolazione, dotata ancora di risorse economiche sconfinate ed intatte e dunque in grado di esercitare un forte controllo sociale e svolgere opera di proselitismo».
Calano i reati contro la pubblica amministrazione (da 2.720 a 2.566) come il peculato, da 120 casi a 85. Ma vanno registrati 44 casi di corruzione e 27 di concussione, mentre i reati di indebita percezione di contributi pubblici salgono da 41 a 156. Senza dimenticare che «la nuova formulazione del reato di voto di scambio - ha detto Marino - estende l'ambito di indagine sulle collusioni tra mafia e politica e sulle sue ricadute all'interno della pubblica amministrazione, sia centrale che periferica, ma a condizione che le indagini si svolgano effettivamente in tale direzione». A proposito di corruzione, va ricordato che proprio il figlio di Marino, Giuseppe, funzionario del Dap al Ministero della Giustizia è stato condannato a due anni per concussione.
In aumento le estorsioni (da 430 a 515), i reati di usura (+19%) ma soprattutto le frodi comunitarie (+246%). In calo il furto in abitazioni: da 3.876 a 2.823. Boom, invece, dei femminicidi, aumentati di cinque volte: da 4 a 20. Nel Distretto gli omicidi sono stati 61 (59 nel 2013). Quasi il doppio i tentati omicidi, passati da 45 a 80. Quelli contro le donne da 12 a 19. Aumentati del 100% i reati di pedopornografia e pedofilia: da 46 casi a 91.
A parte i dati, ha sottolineato Marino, «il buon funzionamento della giustizia è essenziale per la ripresa del Paese, per il recupero di una credibilità del "sistema Italia", non solo nell'ambito interno, ma soprattutto nello scenario internazionale. Le molteplici riforme divenute ormai indifferibili, costituiscono un presupposto necessario perché l'Italia possa riconquistare in Europa quella posizione che le compete, di rispettabilità e di prestigio, in atto minata da una diffusa e penetrante criminalità e offuscata da una persistente lentezza nel superare gli effetti negativi di una grave crisi economica. Con un'opera di bonifica delle articolazioni dello Stato inquinate da corruzione attraverso stringenti iniziative di vigilanza e controllo a priori oltre che da repressione, con interventi tesi a ridurre la eccessiva durata del processo che, rendendo incerta la tutela, scoraggia gli investimenti, sarà possibile recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel sistema giudiziario». Però, «una giustizia tardiva - ha concluso - che interviene quando sono mutate le condizioni e superati gli interessi posti a base della domanda, produce una efficacia irrisoria se non nulla, trasformandosi in una ingiustizia».
Per le intercettazioni sono stati spesi nel 2014 ben 42 milioni di euro. Nel 2013 erano 36, nel 2012 28. In Sicilia Occidentale, tra Palermo, Agrigento e Trapani, sono state intercettate nel solo 2014 circa 10.000 persone e sono stati emessi 5148 decreti di intercettazione.