Cinque anni di carcere, per uso illecito di carte di credito e riciclaggio, sono stati inflitti dal Tribunale di Marsala al titolare di un oleificio di Strasatti, il 58enne Paolo Sciacca. L’imprenditore era finito sotto processo con l’accusa di avere incassato somme di denaro attraverso carte di credito clonate. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Nicola Scalabrini, sul conto corrente di Sciacca sarebbero finiti circa 39 mila euro. A condurre le indagini è stata la Guardia di Finanza. Le carte vere (in buona parte Visa e Mastercard) apparterrebbero a conti correnti intestati a cittadini americani. In particolare degli Stati Uniti: California, Ohio, Sud Dakota e Illinois. Nel giugno 2013, scattata l’inchiesta, il gip Vito Marcello Saladino, su richiesta della Procura, mise sotto sequestro i 39 mila euro. L’imprenditore avrebbe anche emesso una fattura nei confronti di una ditta catanese che successivamente sarebbe risultata inesistente. A difendere Paolo Sciacca è stato l’avvocato Stefano Pellegrino, che dopo l’avvio dell’indagine ha dichiarato: “Il mio assistito ha fatto tutto alla luce del sole. Ha soltanto venduto olio a degli sconosciuti. Se avesse, anche vagamente, immaginato la reale provenienza del denaro non avrebbe mandato avanti la transazione”. L’indagine delle Fiamme Gialle è stata coordinata dal pm Giulia D’Alessandro. A presiedere il collegio giudicante che ha condannato Sciacca è stato Gioacchino Natoli.