Accolto, in Appello, il ricorso del sostituto procuratore Andrea Tarondo avverso il provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trapani che aveva scarcerato i componenti della banda dei falsi finanzieri, sgominata dalla Squadra Mobile. Così Giuseppe Amato, Giuseppe Marrone e Antonio Patti, sono stati raggiunti – nelle case circondariali dove sono detenuti per altra causa – da una nuova ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere. Il tribunale del Riesame di Palermo ha, infatti, stabilito che si tratta di soggetti socialmente pericolosi, adottando il nuovo provvedimento restrittivo per scongiurare la reiterazione del reato. Marrone, Patti ed Amato, tutti palermitani, erano stati arrestati, lo scorso mese di marzo, in flagranza di reato.
Spacciandosi per militari della Guardia di finanza, con la scusa di dover eseguire una perquisizione si erano introdotti nell’abitazione di un imprenditore e dopo aver sequestrato i familiari, con la minaccia delle armi, si erano fatti consegnare dalla vittima designata la somma di 940 euro. Ed in cella è ritornato anche Giuseppe Di Maggio responsabile del furto, nel 2013, della corona della statua della Madonna, collocata nella chiesa “Nostra Signora di Lourdes”. Il “colpo” era stato messo a segno durante la processione dei Misteri. Anche nei suoi confronti il giudice per le indagini preliminari del Tribunale aveva deciso l’annullamento della custodia cautelare in carcere. Dopo le formalità di rito, Giuseppe Di Maggio è stato rinchiuso presso la casa circondariale di San Giuliano, a disposizione dell'autorità giudiziaria.