Il professor Ignazio Tardia, docente di Diritto Privato Europeo presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, della Società e dello Sport dell’Università di Palermo – Polo Didattico di Trapani, è intervenuto al Liceo Scientifico “Pietro Ruggieri” di Marsala, per un incontro con gli alunni su “Il postmodernismo del diritto. Le nuove frontiere della legalita'”. Un dialogo aperto e a 360 gradi, in cui si è parlato di legittimità e di legalità. La cultura della legalità e' quella che deve permeare la vita quotidiana e dirigerci verso comportamenti responsabili dal punto di vista civico. Non possiamo, ad esempio, lamentarci dei politici corrotti e contestualmente scaricare musica da internet eludendo il diritto d'autore, o parcheggiare la nostra auto in zona riservata ai disabili, o svolgere anche piccole prestazioni in nero. Un incontro stimolante che ha suscitato interventi di forte reazione da parte degli alunni, che hanno mostrato iniziale sfiducia nella possibilità di migliorare la società che, dalle notizie di cronaca ormai all’ordine del giorno, presenta esempi assodati di corruzione. Pronta la risposta del professor Tardia: “Non è facile, ma ciascuno deve essere legale nel suo privato. Non è facile nè breve, ma se siamo convinti che non sia possibile vincere abbiamo già perso. Ognuno dia il suo contributo, solo così le cose cambieranno”. L’incontro è stato caratterizzato da una relazione inizialmente "tecnica", sfociata poi in un confronto diretto con gli alunni, “accusati”, come generazione, provocatoriamente, di qualunquismo, ma poi compresi perché nati in un periodo di crisi economica dilagante e senza prospettive di occupazione. “Per ottenere risultati bisogna studiare – ha detto Tardia – e non sono importanti solo i contenuti, ma è indispensabile la volontà di affinare un senso critico della realtà per farsi un'opinione e difenderla. Solo dopo che si conosce tutto ciò è possibile, senza seguire idee altrui e mode, avere consapevolezza di ciò che ci accade intorno”. E poi, per gli alunni, citazioni sull’impegno civile da Don Sturzo a Papa Woityla fino a Nietzsche. I giovani, di fronte alle accuse, si sono appassionati, facendo emergere un atteggiamento tutt'altro che qualunquistico, iniziando a dialogare con il professor Tardia che ha rincarato la dose stimolandoli sull’impegno a restare, lottando per la propria terra, e a non fuggire al Nord Italia o all'estero. “Se i migliori se ne vanno, torniamo indietro”. Si è parlato di Falcone e Borsellino, delle stragi da cui partì la cultura dell'antimafia, ormai vincente sull'ondata di indignazione che in quegli anni si scatenò. Adesso, però, la cultura della legalità è più difficile da attuare “perchè ci arrendiamo”. Il gran numero di "leggi" in Italia, infatti, spesso è indice non di legalità, ma di illegalità, perché è necessario normare con Leggi su Leggi che talvolta danno adito ad interpretazioni "elastiche" che fanno sì che la legalità non coincida più con la giustizia. Immediato il rinvio a Tommaso Campanella: “Le leggi sono pochissime ne "La città del sole", mondo ideale”. In Italia basterebbe la Costituzione, se si applicasse con correttezza. Il dibattito è stato vivace e animato e nonostante l'incontro sia finito alle 13.30, alcuni alunni si sono soffermati con il relatore a discutere anche dopo, in gruppo ristretto.