“Il fatto non costituisce reato”. Con questa motivazione il giudice monocratico Torre ha assolto, con formula piena, dall’accusa di occupazione abusiva 25 persone, in buona parte capi famiglia, che il 30 luglio 2009 dovettero lasciare, assieme ai loro familiari, le tre palazzine popolari di via Mazara per le quali, a causa dei problemi di staticità, il sindaco Renzo Carini emise ordinanza di sgombero. Alla sbarra erano Rosaria De Marco, Francesca Salluzzo, Nicola Maltese, Nicola Abate, Nicola Li Causi, Michele Fumusa, Salvatore Genovese, Salvatore Patti, Baldassare Gusmano, Vito Fumusa, Antonino Grignani, Domenico Ferrara, Vittorio Bonanno, Salvatore Ferrara, Elvira Coppola, Leonardo Gusmano, Giovanni Cusenza, Gaspare Accardi, Maria Impiccichè, Andrea Vanella, Salvatore Impiccichè, Francesco Pellegrino, Mario D’Amico, Leonarda Ferro e Giovanni Ferro. Quindici di loro sono stati difesi dall’avvocato Giuseppe Gandolfo, che in una delle ultime udienze ha prodotto la delibera della giunta municipale di Marsala n. 208 del 28 luglio 2009 con la quale fu disposto un contributo di 250 euro al mese per ogni famiglia al fine di contribuire al pagamento dell’affitto degli immobili in cui queste si trasferirono dopo lo sgombero forzato. Il legale ha, inoltre, prodotto le domande di sanatoria inoltrate allo Iacp dai 25 imputati che ‘’in buona fede’’ occupavano gli alloggi. Acquisite nel 2009 dallo Iacp, la vicenda delle palazzine (quattro in tutto) ebbe inizio nel 1957, quando, il Comune cedette l’area all’Unrra-Casas e al Ministero dei Lavori pubblici per la costruzione di alloggi (28 appartamenti), mai completati per il fallimento dell’impresa che vinse l’appalto. Nel 1977, poi, il Comune requisì le palazzine per assegnarle a famiglie bisognose. Nel corso del processo, è stato ascoltato il maresciallo Francesco Pellegrino, della sezione di pg dei carabinieri della Procura, che ha spiegato che lo scopo iniziale dell’indagine non era quello di perseguire quella povera gente, ma accertare come mai non si riusciva a capire, per tanto tempo, chi era l’ente proprietario delle palazzine e perché non si riusciva a completarne la realizzazione. Intanto, i lavori per l’abbattimento e la successiva ricostruzione sono ancora al palo.
TRAPANI. Avrebbe realizzato falsi contratti e tagliandi di assicurazione, sicché gli ignari automobilisti che si erano rivolti alla sua agenzia sarebbero stati messi in condizione di circolare sprovvisti da copertura assicurativa. A carico di Gregorio Gabriele, 42 anni, chiamato a rispondere di falsità in scrittura privata, truffa e calunnia, è stato emesso, dal gup Katya Brignone, su richiesta del sostituto procuratore Massimo Palmeri, un decreto di fissazione di udienza preliminare per il prossimo 20 maggio.
Secondo l’accusa Gabriele, titolare, di fatto, di un’agenzia assicurativa nonché «apparente agente per la zona di Trapani della ”Direct Line”» di Milano e di altre Compagnie quali l’inglese «Admiral Insurance Company Limited», la «Genertel» di Trieste e la «Linear Assicurazioni On line» di Bologna, avrebbe realizzato e fatto uso di «documenti contraffatti», come il cosiddetto «talloncino provvisorio» che garantisce la copertura assicurativa di un autoveicolo per 5 giorni. I contratti di assicurazione, in effetti, non sarebbero stati mai conclusi mentre agli automobilisti sarebbe stato fatto credere che i «negozi giuridici» fossero «esistenti e validi». Così Gabriele avrebbe procurato un danno patrimoniale ai suoi clienti «consistente, per ciascuno di loro, nella percezione di un premio di assicurazione relativo ad un contratto in effetti mai concluso».