Con la richiesta del legale di parte civile (Ignazio Bilardello) di chiamare in causa come responsabili civili l’assicurazione (Allians spa) e la ditta proprietaria della macchina vendemmiatrice (la "Caterina Valenti & company" Sas), è iniziato, davanti il giudice monocratico Torre, il processo che vede Vincenzo Patti, 43 anni, imputato per omicidio colposo. Patti, il 20 agosto 2013, era alla guida della macchina vendemmiatrice che avrebbe schiacciato contro i pali e i fili in ferro di un vigneto a “spalliera”, tra i cui filari era in corso la vendemmia, l’anziano agricoltore petrosileno Pietro Pipitone, padre di Salvatore Pipitone, ex assessore nella giunta municipale del sindaco Biagio Valenti. Inizialmente, era stato indagato Massimo Pipitone, figlio minore della vittima, che quel giorno guidava il camion utilizzato per il trasporto dell’uva. Poi, la posizione del giovane, difeso dall’avvocato Ignazio Bilardello, è stata archiviata. L’indagine, però, non si è fermata e grazie alla perizia effettuata da Luigi Simonetto e da un medico legale, nonché alle testimonianze di altre persone che vendemmiavano nella zona (campagne di Mazara) è stato avviato il procedimento a carico di Vincenzo Patti. L’imputato è difeso dall’avvocato Carlo Ferracane. Per quest’ultimo, però, “non è possibile che sia stato questo il mezzo che ha cagionato il decesso, perché non può fare marcia indietro e poi riteniamo che non sia stato l’ultimo a passare da lì”. Già in fase di udienza preliminare, la famiglia Pipitone (moglie della vittima e i tre figli) si era costituita parte civile