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25/05/2015 06:25:00

Chiesta la condanna per due poliziotti di Mazara accusati di abuso d'ufficio e falso

Quattro anni e mezzo di carcere sono stati invocati dal pm Antonella Trainito per due poliziotti che fino allo scorso febbraio erano in servizio al Commissariato di Mazara, il sovrintendente Vito Pecoraro, di 52 anni, e l’assistente Vincenzo Dominici, di 45, processati, davanti il Tribunale di Marsala, per omissione d’atti d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico in concorso. Proprio nel corso della requisitoria, però, il pm ha tramutato il primo dei due reati contestati nel più grave “abuso d’ufficio”. Ai due poliziotti si contesta il fatto di non avere adottato alcuna sanzione (né sequestro, né multe) dopo avere fermato, ad un posto di blocco, un’auto (Fiat Panda) priva di copertura assicurativa, non revisionata e su cui gravava anche un fermo amministrativo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Alla guida c’era il mazarese Vittorio Misuraca, in quel periodo sottoposto a indagini da parte dei carabinieri (ipotesi: sfruttamento della prostituzione), che sul mezzo avevano piazzato una microspia. Questa, oltre a monitorare i movimenti di Misuraca, registrò anche l’iniziale contestazione di “omissione d’atti d’ufficio” sulla quale, poi, ha indagato la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, coordinata da Alberto Di Pisa, sul cui tavolo arrivò la relazione dei carabinieri. L’episodio contestato risale al 19 aprile 2012. Nel corso del processo, poi, un collega dei due poliziotti alla sbarra, il sovrintendente Antonio Sorrentino, ha dichiarato che c’era una relazione di servizio, datata 19 aprile 2012, in cui Pecoraro spiegava che al posto di blocco non furono adottati provvedimenti perché sapeva che sull’auto c’era la microspia dei carabinieri. Per la Procura, però, quella relazione di servizio sarebbe falsa, in quanto (come risulterebbe da accertamenti svolti da un chimico e da un ingegnere informatico) sarebbe stata redatta nel 2014. Due anni dopo i fatti per cui è processo. Al fine, dunque, di scagionare i due imputati. Per questo motivo, lo scorso febbraio, per Pecoraro, Dominici e Sorrentino, il gip di Marsala Francesco Parrinello ha disposto, su richiesta della Procura, la misura cautelare del divieto di dimora a Mazara del Vallo e recentemente la Procura ne ha chiesto il rinvio a giudizio per falso in concorso (prima udienza preliminare l’1 luglio prossimo). Anche questa seconda indagine è stata svolta dalla sezione delle Fiamme Gialle della Procura. Dopo la requisitoria del pm Trainito, secondo cui Pecoraro e Dominici hanno “sporcato la divisa”, ha effettuato la sua arringa l’avvocato difensore Giuseppe De Luca, legale di entrambi gli imputati, mentre il 15 giugno sarà il turno dell’avvocato Paolo Paladino, che difende solo Dominici