Le truffe, gli assegni rubati. E poi calunnia, furto di energia elettrica, bancarotta, truffa ai danni dello stato. Si arricchisce sempre di più il curriculum giudiziario di Antonio Ignazio Correra, 35enne agente di commercio di Marsala. Se continua così il prossimo passo è entrare in politica. Nel frattempo, per uno dei protagonisti delle cronache giudiziarie degli ultimi anni, arrivano altre accuse, altri guai giudiziari e l’arresto ai domiciliari. L’ultima inchiesta che lo riguarda è quella che lo vede accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nonché per truffa in danno dello Stato. E’ questa seconda accusa quella più clamorosa. Perchè Correra, secondo la Procura di Marsala, avrebbe affermato falsamente di essere vittima di usura ed estorsione, avrebbe tratto in inganno la prefettura di Trapani, riuscendo ad accedere al relativo “fondo di solidarietà”, incassando quasi 200 mila euro. E con una parte della somma (158 mila euro) ha comprato un’abitazione nella frazione Acquaviva di Montepulciano (provincia di Siena), adesso sequestrata dalla magistratura e nella quale si trova agli arresti domiciliari. L’accusa di bancarotta fradolenta è scattata perché, a giudizio degli investigatori, Correra avrebbe depauperato sistematicamente il patrimonio della fallita “Kemical Green”, di cui l’arrestato era legale rappresentante, prelevando dalle casse della società oltre 212.749 euro, nonché incassando una somma leggermente inferiore mai registrata nella contabilità delle entrate relative a crediti vantati dalla società nei confronti di molti clienti.
Il nome di Correra nelle pagine di cronaca giudiziaria è cominciato a balzare nel 2008, quando la sua denuncia ai carabinieri fece arrestare Massimo Bellitteri e Antonino Sieri accusandoli di estorsione ai suoi danni. La stessa presunta estorsione che avrebbe fatto ottenere il risarcimento dallo Stato. Contro Sieri e Bellitteri è andato avanti per anni, non senza colpi di scena. Come quello dell’ultima udienza, in cui il Pm ha chiesto l’assoluzione dei due imputati dall’accusa di usura e la derubricazione delle imputazioni di estorsioni e lesioni,
Dal processo è emerso che Correra, Bellitteri e Sieri erano in rapporti d’affari e il primo avrebbe chiesto agli altri due del denaro, parlando della possibilità di un grosso affare, che poi non avrebbe più voluto restituire. Nel processi a Bellitteri e Sieri (sentenza, forse, il 22 giugno), Correra è parte civile.
Nell’ambito dello stesso procedimento, era emerso poi, che Correra, avrebbe pagato Sieri e Bellitteri con due assegni rubati. Per questa vicenda Correra è stato condannato ad un anno e quattro mesi di carcere. E’ infatti emerso che a Bellitteri e Sieri furono consegnati dalla presunta vittima di usura due assegni staccati da un carnet di assegni rubati, ad Erice, il 21 gennaio 2008, a Michela Bulgarella. Uno era di 52 mila euro, l’altro di 25 mila. Denaro che sarebbe stato prestato a Correra per l’acquisto di prodotti agricoli (fertilizzanti). Nell’ambito della stessa vicenda, poi, correra è stato anche condannato a 8 mesi per calunnia.
Ma c’è anche un’altra condanna più grave per Correra. Quella a tre anni e otto mesi per diverse truffe ai danni di aziende che producono e commercializzano fertilizzanti agricoli. Tra gli altri capi d’imputazione, anche l’appropriazione indebita e l’insolvenza fraudolenta. Correra è stato, inoltre, condannato anche a una multa di 2 mila euro e al pagamento di quasi 700 mila euro di risarcimento danni alle parti civili (240 mila a Zolfindustria, 238 mila alla Kemia, 100 mila alla ditta Lo Porto e altrettanti alla curatela fallimentare della Kemical Green, la ditta, poi dichiarata fallita, di cui era titolare). Ad essere truffate, secondo l’accusa mossa a conclusione dell’indagine condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, furono ditte operanti nel settore dei fertilizzanti per l’agricoltura, tra le quali la “Zolfindustria” di Novara e la “Kemia” di Cento (Ferrara), nonché aziende e commercianti siciliani. Correra era accusato di aver fatto ordini di acquisto falsi (verso società inesistenti o per imprenditori che poi smentivano di aver comprato la merce) e in alcuni casi di aver trattenuto denaro che i clienti dovevano versare ai fornitori, oppure merce ordinata e non pagata.
Non poteva mancare, poi, il furto di energia elettrica ipotesi di reato che lo vede sotto processo, ancora a Marsala. Secondo l’accusa, nel 2010, Correra avrebbe rubato 2.074 Kwh su un’utenza di un immobile che aveva in affitto in corso Gramsci.