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27/11/2015 06:00:00

Mafia e terrorismo, quante notizie false. Non è vero che "i mafiosi proteggono dall'Isis"

 Nei giorni scorsi un comunicato stampa firmato da tale Joseph Savoy pubblicato dal sito PRNewswire diceva che Giovanni Gambino, figlio di un boss di Cosa Nostra residente a New York, aveva dichiarato in un’intervista della ABC che la mafia siciliana era pronta a combattere l’ISIS e che i cittadini della Grande Mela non avrebbero dovuto preoccuparsi di eventuali attacchi terroristici perché ci avrebbe pensato l’organizzazione criminale a fermarli.

«La mafia ha una cattiva reputazione, in gran parte immeritata», diceva Gambino nell’intervista secondo PRNewswire. «Come sempre nella vita, ci sono lati buoni e lati cattivi in ogni cosa. L’ascesa del terrorismo globale dà la mafia la possibilità di mostrare il suo lato buono», avrebbe detto Gambino.

«Spesso gli organi incaricati della sicurezza agiscono troppo tardi, o non riescono ad avere un quadro completo di ciò che sta accadendo a causa della mancanza di ‘intelligence umana’», ha detto Gambino.
«Il mondo è pericoloso, ma le persone che vivono nei quartieri di New York dove ci sono collegamenti con i siciliani dovrebbero sentirsi al sicuro – ha spiegato – Noi garantiamo che i nostri amici e le loro famiglie saranno protetti dagli estremisti, in particolare dai terroristi dell’Isis». A suo parere, inoltre, «la mafia ha una cattiva reputazione, ma gran parte di questa è immeritata». Il figlio del boss, che si è trasferito a Brooklyn nel 1988, ha aggiunto che «come ovunque ci sono i buoni e i cattivi, ma l’ascesa del terrorismo dà alla mafia la possibilità di mostrare il suo lato buono».

Ora, a parte che solo in America si può intervistare il figlio di un mafioso per fare un’apologia della mafia, c’è un piccolo dato da sottolineare: l’intervista di ABC a Gambino è datata luglio 2012:

Il figlio del boss della mafia in quell’occasione non parlò del gruppo dello Stato islamico né del terrorismo jihadista. Inoltre nel 2012 l’Isis non esisteva con questo nome visto che solo nel 2013 Abu Bakr al-Baghdadi in un messaggio aveva parlato della nascita dello Stato islamico dell’Iraq e della Siria. E comunque, in quel periodo, pur esistendo come Stato islamico dell’Iraq, il gruppo non aveva ancora la rilevanza che ha ottenuto negli ultimi due anni.

Le affermazioni, quindi, non sono contenute nell’intervista ad ABC che però è stata utilizzato come fonte per scrivere articoli da tutti i media del mondo.

Il  pezzo è stato ripreso da alcuni media internazionali. Tra questi Reuters che tuttavia scrive “* Reuters  is not responsible for the content in this press release”, (“Reuters non è responsabile per i contenuti di questo comunicato stampa”).     Anche Russia Today ha rilanciato la notizia con il titolo “Gangs of New York: Sicilian mafia offers Big Apple protection from ‘psychopathic’ ISIS”, in cui si riporta ancora una volta la fonte Nbc ma non si cita più il comunicato stampa. Nell’articolo si riprendono i virgolettati del comunicato stampa attribuendoli all’intervista di Nbc. “Il mondo è pericoloso oggi, ma le persone che vivono nei quartieri di New York con collegamenti con la Sicilia devono sentirsi al sicuro […] Noi ci assicuriamo che i nostri amici e le nostre famiglie siano protette dagli estremisti e dai terroristi, specialmente la brutale, psicopatica organizzazione che si fa chiamare Stato islamico”.   Ma a far arrivare la notizia in Italia è stato molto probabilmente il New York Post, che in un brevissimo articolo dal titolo “Mobster`s son: Tell us where ISIS is and fuhgeddaboutit”, (Il figlio di un gangster: dicci dove è l’Isis e dimenticatela”), in cui usa lo slang degli italo-americani, reso celebre dal film ‘Donnie Brasco’ con Al Pacino e Johnny Depp (“Che te lo dico a fare?”). In molti ci sono abboccati.

Qui per esempio Libero:

giovanni gambino mafia isis

Nei giorni scorsi era circolata soltanto in Italia un’altra bufala sul tema: secondo non precisati membri dei servizi segreti l’ISIS non avrebbe mai potuto colpire nel Sud Italia perché le mafie di zona, avendo il controllo del territorio, avrebbero sventato l’attacco e sottoposto a una brutta fine i terroristi. Enzo Ciconte su Vice ha smentito questa ricostruzione:

“La criminalità organizzata non controlla il terroritorio italiano,” spiega Ciconte a VICE News, “e non controlla il territorio di nessuna regione. Controlla solo pezzi di territori: la mafia non controlla tutta la Sicilia; la ‘ndrangheta non controlla tutta la Calabria; e la camorra non controlla tutta la Campania.”

In più, continua il docente, l’idea che vuole “le organizzazioni mafiose a governare intere regioni è vecchia e sbagliata. Non è mai stato così, nemmeno quando la mafia è stata al massimo della sua potenza.”

Al di là della bufala questa vicenda è importante perchè testimonia la validità di quello che gli esperti chiamano il “paradigma mafioso”. La mafia, infatti, ha sempre cercato di rappresentarsi come una forza che tutela i deboli, controlla il territorio e lo protegge dalle minacce esterne. E il rampollo dei Gambino, nel fare queste affermazioni – anche se non riportate nell’intervista – non fa altro che affermare questo paradigma, questa autorappresentazione della mafia come una specie di esercito del bene, che impedirebbe ai terroristi l’assalto a New York. Ovviamente, non c’è nulla di vero, nè di riscontrabile, come l’altro mito – frutto anch’esso del paradigma mafioso – della mafia che impedisce i reati predatori (furti e rapine) nel territorio per garantire sicurezza ai cittadini e per non creare troppa attenzione tra le forze dell’ordine. Falso. Abbiamo raccontato pochi giorni fa proprio di un’efferata rapina commessa nel cuore del mandamento mafioso di Castelvetrano, a Campobello di Mazara, che era finalizzata a raccogliere risorse per la latitanza di Matteo Messina Denaro…