Avvolta dal mistero, ma non troppo. Sono tante le indiscrezioni che girano in queste ore sulla manovra finanziaria approvata dalla Giunta Crocetta. E’ stata approvata ed è già all’Ars, in attesa delle valutazioni dell’aula, che il governo prevede entro il 10 Gennaio, per evitare l’esercizio provvisorio. Rispetto alle anticipazioni, cambiano alcune cose. In particolare, al momento, sembra essere scomparsa quella tassa sugli aeroporti che aveva fatto infuriare, nelle bozze che circolavano,l’assessore al Turismo Barbagallo. Anche i provvedimenti per ridurre la spesa per i regionali vengono parzialmente rivisti. Il governo infatti è tornato sui suoi passi riguardo all’articolo che “cassava” la retribuzione accessoria per quei dirigenti alla guida di uffici con meno di sedici dipendenti. La retribuzione accessoria pertanto rimane, ma il Fondo destinato dovrà essere ridotto di cinque milioni. Sarà l’assessore alla Funzione pubblica a proporre alla giunta uno schema. Cambia anche il calcolo del Tfr: sarà legato alla retribuzione media dell’ultimo quinquennio. Vengono tagliate 600 postazioni dirigenziali, per un risparmio immediato di 5 milioni di euro. Scatta la riduzione della busta paga per i sindacalisti in aspettativa.
Crocetta aveva annunciato anche un piano contro la povertà.Effettivamente è previsto nella Finanziaria, con un insieme di interventi destinati appunto ai nuclei familiari (anche alle unioni civili) con un reddito inferiore ai 8 mila euro annui. Il fatto è che però per il piano non c’è alcuna somma stanziata. “La durata e la quantità di tale misura – si legge infatti nella norma – sono determinate sulla base delle risorse disponibili”. Ci sono invece i soldi per riproporre i “Cantieri di servizio”, per dare lavoro agli edili disoccupati.
Circa i costi della politica, viene anticipata all’entrata in vigore di questa Finanziaria la norma che prevede l’equiparazione delle indennità di ufficio e dei gettoni di presenza dei consigli comunali siciliani a quelli degli altri comuni italiani. I gettoni di presenza dei consiglieri non potranno superare il 25 per cento dell’indennità riconosciuta al primo cittadino. La norma approvata a maggio dall’Ars prevedeva l’entrata in vigore solo al primo rinnovo dei consigli stessi. In questo modo invece, tutto viene anticipato, per consentire un maggiore risparmio: 35 milioni di euro.
Diversi i contributi destinati a enti e associazioni. In tutto sono stati stanziati 30 milioni. Oltre 2,2 milioni saranno impegnati per “iniziative direttamente promosse”, quindi a discrezione del governo. Poi ci sono i contributi quelli per Fondazione Whitaker (400 mila euro), Bass Group (300 mila), Autodromo di Pergusa (500 mila), Unione italiana ciechi (1,6 milioni), Unione italiana ciechi Helen Keller (600 mila euro), Consultori a supporto delle famiglie (188 mila), Associazione Frisone (94 mila), Istituti per chiechi di Palermo e Catania (circa 2 milioni in tutto), Stamperia Braille (1,7 milioni), Cerisdi (350 mila euro), Polo Universitario di Enna (1,7 milioni), Consorzi universitari (sei milioni e mezzo), Associazione allevatori (2,7 milioni), Consorzi agrari (500 mila euro), Corfilac (1,7 milioni). Negli altri articoli, ecco i contributi per Forestali (160 milioni, ma per loro scatta il blocco del turn over), Pip (29 milioni per la fuoriuscita dal bacino), testimoni di giustizia (510 mila euro). E ancora precari (220 milioni), Eas (circa 12 milioni anche per gli stipendi dei dipendenti ‘distaccati’), Arpa (2,9 milioni), Consorzi di bonifica (aumento di 14 milioni), Riscossione Sicilia (quasi 25 milioni).
Un articolo della Finanziaria obbliga tutti gli enti regionali o comunque “sovvenzionati, sottoposti a tutela o anche a sola vigilanza della Regione” ad affidarsi, nei giudizi di fronte alle “autorità giudiziarie, i collegi arbitrali, le giurisdizioni amministratie e speciali” all’Avvocatura dello Stato. Questa norma potrebbe mettere fine ad una delle tante mangiatoie della pubblica amministrazione siciliana, quella degli incarichi legali, con un esercito di avvocati che negli anni sono stati “allevati” a pane e incarichi da parte di enti e politici a loro vicini.
I sindaci saranno costretti a versare alla Regione una “ecotassa” per il ritardo nella raccolta differenziata. Il tributo verrà calcolato sulla base di due parametri: il livello raggiunto appunto nella raccolta e i chili di rifiuti da destinare alle discariche. Insomma, i Comuni che non fanno bene la raccolta differenziata pagheranno salatissimo il conferimento in discarica.
In Finanziaria anche la norma che riguarda i 22.000 precari dei Comuni. Ai sindaci che stabilizzeranno questi lavoratori la Regione destinerà una somma pari all’ottanta per cento del costo di ogni precario. Per i Comuni che, pur potendo assumere, non lo faranno, ci sarà una riduzione del contributi pari al trenta per cento per ogni anno di “ritardo”.
Torna l’ufficio stampa alla Regione Siciliana. Sono stati stanziati 500.000 euro. Sarà composto da sette giornalisti, sia pubblicisti che professionisti. Non sarà necessario avere la laurea.
Curiosità, viene istituito il premio annuale “Siciliano emerito” che verrà conferito dal presidente della Regione dopo la segnalazione operata da deputati, enti e associazioni.
Ma ieri la Sicilia è andato ancora in tilt. Governo e maggioranza sono stati battuti all’Assemblea regionale siciliana. L’aula ha bocciato il Dpef 2016-2018, il documento di programmazione economico-finanziaria.
A sala d’Ercole era presente solo la metà dei deputati, 45 su 90, molti gli assenti tra le file della maggioranza: 21 i voti a favore, 21 i contrari e tre gli astenuti. Si complica, a questo punto l’iter per l’approvazione di bilancio e finanziaria.In base al resoconto d’aula, determinante risulta, per l’esito della votazione (palese), l’astensione di due deputati di maggioranza del gruppo Megafono-Pse, Antonio Malafarina e Giovanni Di Giacinto. Nel Pd i deputati presenti in aula, che hanno votato a favore, erano 14 (10 gli assenti), mentre nell’Udc la sola presente, su 6 componenti, era Margherita La Rocca Ruvolo, anche lei favorevole. Per Sicilia Futura, su otto deputati, ha votato solo Marcello Greco (favorevole). Quasi compatto il Ncd, solo due gli assenti su sette: il gruppo di Alfano ha votato a favore del documento. Nel fronte del ‘no’, compatto il gruppo del M5s (un solo assente), che ha espresso 13 voti contrari; contro il Dpef anche i deputati Nello Musumeci e Gino Ioppolo di Lm, i due Mpa Toti Lombardo e Giovanni Greco, Bernardette Grasso di Grande Sud-Pid e i due parlamentari del Misto Girolamo Fazio e Francesco Riggio. L’altro astenuto è Roberto Clemente di Gs-Pid.
All’attacco i deputati di M5s all’Ars: “Bocciato il Dpef, ora Baccei si dimetta. Grazie alla richiesta di volto palese del M5S, il documento di programmazione economica è stato bocciato da sala d’Ercole. E’ la palese e plastica dimostrazione – affermano i deputati cinquestelle – che al di là delle dichiarazioni di circostanza e dell’interessata bocciatura della mozione di sfiducia a Crocetta, questo governo non ha la maggioranza per governare una Regione ormai letteralmente allo sbando”. “Le numerosissime assenze oggi in aula – aggiungono i grillini – dimostrano quanto i deputati, che erano presenti in gran massa a sala d’Ercole per difendere le loro poltrone in occasione della sfiducia al governatore, tengano alle sorti della Sicilia. L’aula oggi si è resa conto che il documento che si voleva approvare era solo un testo vuoto, un mero libro dei sogni, senza nè capo nè coda. Baccei ne prenda atto e presenti l’unica cosa sensata che può sottoporre in questo momento alla pubblica opinione: le sue immediate dimissioni”