In Sicilia nel 2013 la green economy ha prodotto un migliaio di nuovi occupati, nello stesso periodo e negli stessi settori, in Lombardia gli occupati sono stati poco meno di 14mila. Dato sconfortante che separa lo sviluppo della green economy dal nord sul sud d’Italia.
A fornire tutti i numeri degli interventi di riqualificazione energetica nel settore civile ci ha pensato l’ultimo rapporto Energia della Regione diffuso dall’Osservatorio nei giorni scorsi. La sentenza è chiara: “la ristrutturazione energetica degli immobili è un mercato non ancora decollato nella regione”. Un’evidenza che si rivela nella scarsa quantità di investimenti, lavoro e di benefici fiscali che restano in Sicilia con gli sgravi del 65% per l’efficienza energetica in edilizia. L’unico dato positivo riguarda una leggera crescita che ha visto l’Isola passare dai 48 milioni del 2012 ai 64 milioni di euro del 2013, una cifra superiore pure ai 55 milioni di costo complessivo degli interventi del 2011. Le migliori del 2013 sono state la Lombardia che ha sfiorato il miliardo di euro e più a distanza Piemonte e Veneto nei dintorni del mezzo miliardo.
La distribuzione di interventi rispetto alla popolazione siciliana risulta tra i più bassi d’Italia con un dato pari allo 0,17%, che comunque risulta lievemente in crescita rispetto alla rilevazione precedente (0,12%). Si tratta comunque del penultimo risultato nazionale, soltanto la Campania riesce a fare di peggio. Fanno decisamente meglio, invece, la Valle d’Aosta (1,19%), il Piemonte (1,16%) e il Trentino Alto Adige (1,02%). Un risultato che si riflette anche nel dato di incidenza degli sgravi del 55% rispetto al numero di famiglie. In Sicilia si sfiora il 2%, un dato in crescita rispetto al 2012 (1,5%), eppure ancora distante dalla media nazionale del 7,6%. “La percentuale di immobili, oggetto di riqualificazione parziale o globale, che hanno usufruito in questi anni dello sgravio Irpef del 65% – si legge sul rapporto Energia – si mantiene nell’isola su un valore inferiore al 2%, rispetto ad un valore nazionale ormai prossimo al 9%”.
Un altro passaggio interessante riguarda gli interventi di efficientamento energetico sulle strutture orizzontali (51 contro una media nazionale di 196) e verticali (54 contro una media nazionale di 179) che hanno avuto ripercussioni dirette sull’impatto occupazionale derivato.