Il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, attende l’incontro con i vertici di Piaggio Aero. Il passaggio cruciale si prospetta dopo la pausa ferragostana e i sindacati contano di avere informazioni più solide entro il mese di settembre. La crisi dell’azienda aeronautica, con 137 esuberi, è un tema che occuperà i prossimi mesi sino alla fine dell’anno: il riassetto, con il recente piano industriale disconosciuto dal governo, è da discutere nuovamente con i rappresentanti istituzionali e dei lavoratori.
Governo, ministero dello sviluppo e Difesa contano di confrontarsi a breve con l’amministratore delegato. Da Roma, sinora, non sono state dichiarate prese di posizione prima di vedere l’azionista, anche se il nuovo piano è già stato in qualche modo stroncato, richiamando gli accordi precedenti. A tutela dei dipendenti e del carattere nazionale-militare degli investimenti sui droni. La dismissione della produzione motori e della manutenzione civile – nelle mire del management – sarà facilmente digerita dal governo? Interrogativo pressante che caratterizza questo agosto caldissimo per il futuro di Piaggio.
Al di là del nuovo piano “lacrime e sangue” presentato dall’ad Logli, le intenzioni di Mubadala non sono ancora chiare sul lungo termine. Si sa che i programmi di sviluppo degli aerei a pilotaggio remoto proseguiranno e che le attività di sviluppo si concentreranno sulla categoria MALE (Medium Altitude Long Endurance, quota intermedia e lunga percorrenza). Tuttavia, non ci sono garanzie sull’accelerazione del processo produttivo, sinora lento e – prototipo finito in mare durante le prove, per esempio – problematico. Il P.1HH HammerHead ha bisogno ancora di ricerca e implementazione: quanto potrà durare la fase di “perfezionamento” in un mercato sempre più competitivo?
Prende corpo, intanto, l’idea di un utilizzo commerciale del drone. Se ne parla da tempo e l’argomento rilanciato dall’Enac è stato ripreso dal Sole 24 Ore. L’aereo denza pilota farà voli sperimentali per conto dell’ente dell’aviazione civile. Le Poste sono il soggetto soprattutto interessato, considerati i costi fallimentari del trasporto aereo: un drone sarebbe più agile e conveniente. E potrebbe servire isole come Pantelleria o Lampedusa, funzionando come un “postino” volante che consegna merci, beni, derrate o medicinali. La posta ordinaria, invece, viaggerebbe per nave. Mistral, la compagnia aerea logista di Poste Italiane, potrebbe dare allo “Hammerhead” un futuro alternativo ai campi delle forze armate italiane ed emiratine. Tutto dipende, però, dal futuro regolamento europeo per il trasporto merci a fini commerciali con droni.