Il giudice monocratico Matteo Giacalone ha condannato il 39enne marsalese Gaspare Barbera a un anno e quattro mesi di carcere (pena sospesa) per stalking e minacce, assolvendolo, però, dall’accusa di tentata estorsione. Nel marzo 2013, per Barbera il gip aveva disposto, su richiesta della Procura, un “divieto di avvicinamento nei luoghi frequentati dalle persone offese”. In tutto, sette. Il giudice Giacalone ha disposto anche il pagamento di un risarcimento danni di 1500 euro in favore di ciascuna parte civile. A difendere Barbera, finito sotto processo a seguito degli sviluppi di una lite condominiale, è stato l’avvocato Daniela Ferrari, che ha così commentato la sentenza: “Possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti, anche se non del tutto. Abbiamo ottenuto l’assoluzione per la tentata estorsione, ma secondo noi non c’era neppure lo stalking. E per questo, di sicuro, proporremo appello”. Secondo quanto emerso da indagini condotte dalla polizia, Barbera avrebbe attuato ''condotte persecutorie'' nei confronti di alcune donne operatrici di un call center di Marsala e del suo titolare. Barbera, in particolare, spiegano gli inquirenti, ''con una condotta diventata abituale, minacciava e perseguitava con atteggiamenti aggressivi le operatrici del call center a tal punto da ingenerare in loro stati d’animo d’ansia e di paura; le condotte poste in essere sono state ritenute dalla magistratura idonee ad integrare la fattispecie dello “stalking” (tecnicamente atti persecutori) e di altre fattispecie di reato quali le molestie e la minaccia''. I comportamenti dell'uomo sarebbero maturati ''in un contesto di contesa tra coinquilini ma ha assunto, in seguito, toni del tutto sproporzionati rispetto alle ragioni sostenute''.