Tutti a far casino, sui social soprattutto, dopo le prime indiscrezioni legate al nuovo piano della Sanità regionale che ancora, comunque, prevede altri passaggi istituzionali d’obbligo. Ospedali di primo livello, reparti accorpati, punti nascita che spariscono, scippi, non scippi.
E LE RISORSE UMANE? – La vera materia, degna di attenzione, però, passa quasi in sordina: senza risorse umane non si va da nessuna parte. Restano i muri e le attrezzature, a marcire, e, poi, poco importa se per essere operato per una semplice frattura all’anca, presso l’ospedale di Sciacca, per esempio, ci vogliono 14 giorni, perché in questo, e in altri ospedali siciliani, gli anestesisti sono diventati merce rara, quasi una razza in via di estinzione. Il vero problema – appena sottolineato in questi giorni di continui ‘bla bla’ e chiacchiericci, più o meno utili, anzi decisamente inutili, perché creano solo cagnara e confusione – è: quando iniziano sti benedetti concorsi, per portare il personale sanitario ad un livello decente? Si è scritto di circa 5 mila unità in meno, che devono essere recuperate, per compensare i blocchi delle assunzioni e i ‘turn over’ fisiologici per i pensionamenti. Di tempi certi in tale materia nessuno dà notizia.
UNA PROMESSA NON È STATA MANTENUTA – Altro punto fermo o, meglio, bugia: la radioterapia in Città sarà una struttura semplice e non complessa. “Ritengo che sia opportuno che, nel nuovo ospedale di Mazara del Vallo, l’oncologia sia una struttura complessa invece che semplice, così che con la radioterapia possa divenire un importante polo oncologico di riferimento”. Era il 19 ottobre 2016 e Baldo Gucciardi argomentava così, in Commissione Sanità all’Ars, o, almeno, cosi riportavano gli stessi esponenti mazaresi del Pd, virgolettando in una loro nota stampa, una dichiarazione del loro sodale di partito.
UN’ALTRA INVECE SI, MA AL RIBASSO – E “Comunque – aveva aggiunto l’assessore nella medesima audizione – non vi sarà nessuna discriminazione tra questo presidio ospedaliero e quello di Trapani”. E questo pare, invece, sarà vero, ma sempre al ribasso però. Gucciardi, infatti, avrebbe detto ieri, che “I cittadini di Mazara del Vallo non chiedono la falsa crociata sulla radioterapia struttura complessa al posto di Trapani: ebbene nessuna delle due lo sarà, ma saranno entrambe strutture dipartimentali”. Come a dire: tra i due ‘ospedali litiganti’ nessuno gode.
LA MEMORIA ‘A CONVENIENZA’ DEL PD MAZARESE – “Il Partito democratico –si legge nell’ultima nota stampa Dem dell’11 gennaio – nei diversi comunicati che hanno fatto seguito alle visite a Mazara dell'assessore Gucciardi e alle conferenze stampa congiunte Asp - Assessorato alla Salute, non ha mai sostenuto che quello di Mazara sarebbe stato un DEA (Dipartimento d'emergenza e accettazione) di I livello, per il semplice motivo che al presidio mancano i requisiti per tale classificazione, in quanto Mazara, città di 50.000 abitanti, non potrebbe mai raggiungere un bacino di utenza di 150.000 abitanti, come prevede il decreto Lorenzin”. E questo è vero, anche se non bisogna far confusione tra ‘abitanti’ e ‘bacino d’utenza’, che sono cose parecchio differenti. Ma è pur vero che non è moralmente corretto esercitare una memoria a ‘corrente alternata’. Il 28 ottobre (Fonte: responsabile comunicazione segreteria PD mazarese), infatti, sempre i piddini locali, scrivevano in occasione della presentazione alla Città del nuovo ‘Abele Ajello’: “L’ospedale di Mazara prevederà anche una struttura complessa di oncologia”. Non entriamo nel merito della diversità tra le due fattispecie, semplice o complessa, non ci interessa. Qui preme ricordare ai politicanti di professione che il web ha memoria lunga e le promesse non mantenute qualificano, di per sé, chi le fa.
“MAZARA AVRA' UN GRANDE OSPEDALE ENTRO IL 2015 – Della serie: “Una baggianata al giorno assopisce il cittadino distratto di turno”, forse. “Entro la fine del 2015 – scriveva il primo cittadino, Nicola Cristaldi, più di due anni fa – Mazara avrà un grande ospedale”. Poco importa se la data di fine lavori sarà, poi, posticipata all’ottobre dell’anno seguente, nel 2016. “Torneranno tutti i reparti che c’erano prima, compreso il Punto Nascita che è una nostra grande battaglia per consentire che si possa tornare a nascere a Mazara del Vallo”. Punto nascita nisba, caro sindaco e, quindi, altra ennesima battaglia persa, la sua. Le gestanti, infatti, continueranno a fare le valigie, come avvenuto in questi ultimi anni di chiusura dell’ospedale. E, ancora, a seguire: “Avremo, inoltre, l’oncologia e la radioterapia. Da primo cittadino – proseguiva la stessa nota – non posso che esprimere soddisfazione, con la certezza che ho sempre avuto che i sacrifici che tutti noi facciamo per la chiusura temporanea dell’ospedale, saranno ampiamente ricompensati dalla fruizione di una struttura sanitaria all’avanguardia che riempiremo di attrezzature e professionalità”. Le attrezzature ancora non ci sono e le professionalità nemmeno, e se non arriverà l’ok allo sblocco delle assunzioni da Roma, si aspetteranno chissà quanto tempo ancora. Il primo cittadino, a distanza di quasi due anni da quelle dichiarazioni esprimerebbe, adesso, stesso entusiasmo e ottimismo? Un insegnamento questa vicenda, però, dovrebbe darlo ai ‘saltimbanchisti’ dei comunicati stampa a tutto spiano: meno chiacchiere futuristiche e più ciccia, fatti concreti insomma. I cittadini potranno solo ringraziarvi, qualora voleste seguire questo nuovo corso.
LA GUERRA DEI COMUNICATI – È di qualche ora fa l’ultimo comunicato dell’Asp, ma, vista la ‘suonata’, ne leggeremo probabilmente altri. In un lento e, francamente, insopportabile stillicidio – il manager Fabrizio De Nicola informa che: “Di solito non replichiamo alle strumentalizzazioni politiche, da amministratori non ci appartengono, ma quello che in questi giorni sta accadendo a Mazara del Vallo ci obbliga a fornire un chiarimento, speriamo definitivo: il nuovo ospedale Abele Ajello avrà anche il punto nascita, e questo non è un annuncio, ma un fatto!”. E altre domande sorgono: perché lo si comunica solo adesso? E – leggendo la lista dei reparti che dovrebbero essere ‘aggiunti’ ad un nosocomio di ‘livello base’ – chi garantisce i cittadini mazaresi che tali reparti in più saranno poi autorizzati da Roma, anche se non rientrano, a livello normativo, nelle fattispecie previste dal decreto Lorenzin? Si andrà in deroga? Eccezioni su eccezioni? Vedremo.
Alessandro Accardo Palumbo
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