Dopo la marcia indietro dell'ultima volta, Baldo Gucciardi ci riprova e tenta di portare a casa il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera. Le condizioni politiche sono migliorate, perché Gucciardi ha ora dalla sua anche Davide Faraone, che nel frattempo è diventato sottosegretario alla sanità. Nei giorni scorsi c'è stata la prima presentazione della bozza di piano ai sindacati. «Non chiuderà nessun ospedale, questo è certo», dice Gucciardi, a proposito del «documento metodologico» che stabilisce i criteri sulla base dei quali, gli ospedali manterranno o meno dei reparti. L'ultima volta le proteste erano state tantissime.
La Regione deve rivedere il sistema dell’assistenza sanitaria ospedale per ospedale. Il piano prevede il riconoscimento di ospedali di secondo livello, dunque più completi, che dovrebbero essere almeno tre, uno per ciascuna delle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Un gradino sotto ci saranno gli ospedali di primo livello, quindi i nosocomi di base che rischiano di subire la riduzione di alcuni reparti e l’istituzione di altri. L'ultima volta la bozza del governo regionale prevedeva il taglio di circa 150 reparti scatenando molte proteste.
"La nuova rete ospedaliera nasce dall'esigenza di rendere uguale il diritto alla salute per tutti i cittadini che potranno essere curati nei reparti attrezzati per la patologia che li ha colpiti. In particolare, la rete è strutturata in maniera tale da garantire le migliori risposte in termini di tempo e di qualità dell'assistenza per le patologie di elevato impatto sociale quali infarto, ictus, emorragie gastrointestinali nonché per i gravi traumatismi" spiega Gucciardi.
"Con questa finalità sono state anche potenziate e integrate nel sistema la rete delle terapie intensive e delle anestesie. Nel disegno della rete - prosegue - si è tenuto conto delle peculiarità del territorio regionale in quanto la Sicilia presenta criticità strutturali connesse al territorio. Altro elemento di cui si è tenuto conto è quello della costante quotidiana presenza di migliaia di sbarchi di migranti che indubbiamente condiziona e stressa il sistema sanitario regionale e soprattutto l'area di riferimento dei presidi ospedalieri delle zone costiere, ma anche dell'entroterra, con il risultato di dover supportare le risposte assistenziali con la presenza di presidio ospedaliero Dea di I livello (Spoke) o di unità operative complesse non previste nella normale classificazione del presidio ospedaliero cui le stesse afferiscono".
Gucciardi ribadisce che: "Nessun ospedale verrà chiuso, ma ogni ospedale sarà funzionale e complementare all'altro, salvaguardando tutti i presidi compresi quelli delle isole minori e delle zone più disagiate. La nuova rete sarà all'altezza della migliore offerta sanitaria, consentendo alla nostra regione un ulteriore salto di qualità".
Nel bacino Palermo-Trapani, l’ospedale Civico sarà affiancato dal Policlinico 'Giacconè e dagli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello. Il San Raffaele Giglio di Cefalù diventerà struttura di primo livello, così come l’ospedale Ingrassia, il Buccheri La Ferla, il Sant'Antonio Abate e l’ospedale di Marsala. A Partinico, Termini Imerese, Alcamo, Castelvetrano, Mazara del Vallo ci saranno presidi ospedalieri di base con pronto soccorso e posti di osservazione per i degenti. Manterranno le aree di emergenza Corleone, Petralia Sottana e Pantelleria. Le polemiche sono tutte a Mazara, perché c'è un ospedale nuovissimo, neanche aperto, e già declassato.
Il piano della rete ospedaliera arriverà all’Ars tra qualche giorno per il parere obbligatorio. Poi approderà in giunta regionale, avendo già acquisito il parere del ministero. “La nostra provincia non solo non chiude alcuna struttura ospedaliera, ma insieme a Trapani anche l'ospedale di Marsala diviene DEA di primo livello e vengono confermati presidi di base gli ospedali di Alcamo, Castelvetrano e Mazara del Vallo. Incrementiamo il numero dei posti letto ospedalieri, recuperando un deficit che nel passato aveva visto questo territorio penalizzato rispetto alla media regionale” dice il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Trapani Fabrizio De Nicola.
De Nicola, in particolare, sottolinea la 'promozione' del Paolo Borsellino di Marsala. Per quanto riguarda gli ospedali di base, avranno tutti obbligatoriamente le discipline dell'emergenza urgenza, della medicina, della chirurgia e dell'ortopedia traumatica. L'ospedale di Salemi viene riunito al Sant'Antonio Abate, e diventa centro di eccellenza per la neuroriabilitazione, avviando la rete della riabilitazione voluta dal ministero.
Gucciardi e De Nicola si arrabbiano molto contro chi critica il piano e replicano all'unisono:
“Un amministratore pubblico deve privilegiare l’interesse generale, non i piccoli cabotaggi, o gli interessi di bottega., questi li lasciamo ad altri che, per qualche preferenza, cavalcano il qualunquismo più becero senza alcuna vergogna. Se avessimo ragionato così avremmo creato un Hub in provincia di Trapani e quattro Dea di primo livello, per poi gridare allo scandalo quando dal ministero avrebbero cassato tutto. Per questo siamo indignati per attacchi che ledono la reputazione dell’assessorato e dell’azienda e stiamo valutando eventuali azioni da intraprendere contro chi getta discredito sul nostro operato La scelta di Marsala come Dea di primo livello è nella logica: è il quinto comune della Sicilia, ha una nuova struttura ospedaliera inaugurata nel 2009, copre un bacino di oltre 100 mila persone. Ma no, non va bene: per qualcuno è meglio che nessuno abbia qualcosa se questa non può andare a lui. O la sciocchezza di creare un Dea di primo livello unendo gli ospedali di Mazara, Castelvetrano e Salemi. Non si sa nemmeno di che si parla! Gli scippi avvengono se qualcuno toglie qualcosa: alla sanità mazarese noi abbiamo dato, non tolto! Un nuovo ospedale che l’ASP ha realizzato in tempi europei, quando per decenni tutti, nessuno escluso, l’hanno abbandonato a se stesso fino ad arrivare alla chiusura. Facciamo allora un’operazione verità: l’ospedale di Mazara del Vallo non ha solo un ‘misero pronto soccorso’, come artificiosamente si vuole insinuare, ma diviene un presidio fondamentale nella rete della emergenza urgenza, e viene fortemente potenziato rispetto al vecchio Abele Ajello con più posti letto, con unità operative complesse di pronto soccorso, medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con terapia intensiva coronarica, oncologia, farmacia, e unità operative semplici di oculistica, psichiatria, lungodegenza, riabilitazione, radiologia, patologia clinica. Saranno poi strutture dipartimentali l'anestesia e rianimazione, la radioterapia e la gastroenterologia. Ma forse è questo in realtà che dà fastidio, che invece delle solite promesse vi sono realizzazioni concrete! E questo è quello che interessa alla gente, non squallide strumentalizzazioni politiche. I cittadini di Mazara del Vallo questo chiedono, non la falsa crociata sulla radioterapia struttura complessa al posto di Trapani: ebbene nessuna delle due lo sarà, ma saranno entrambe strutture dipartimentali. Ma anche Alcamo e Castelvetrano escono premiate da questa nuova configurazione della rete con maggiori strutture complesse e semplici. Altro che solo quattro discipline per ospedale!"
In linea di massima questa sarà la configurazione per il resto della provincia:
Alcamo: Chirurgia generale, medicina generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia, psichiatria, lungodegenza, radiologia, patologia clinica, pronto soccorso, anestesia e rianimazione, farmacia.
Castelvetrano: Chirurgia generale, medicina generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia e Utic, ostetricia e ginecologia, pediatria, neonatologia, terapia intensiva e rianimazione, ematologia, lungodegenza, radiologia, patologia clinica, pronto soccorso, anatomia patologica, farmacia e oncologia. Senza dimenticare la convenzione con Villa Santa Teresa di Bagheria per l’istituzione della radioterapia a Mazara del Vallo e con il Bonino Pulejo di Messina per i posti letto di neuroriabilitazione a Salemi, che rimane ospedale, aggregato al Dea di primo livello di Trapani, con tutte le discipline, le strutture e i servizi oggi esistenti, mentre Pantelleria resta ospedale di zona disagiata.