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29/01/2017 07:05:00

Marsala, il Giudice del Lavoro condanna il Miur a risarcire precaria della scuola

 E’ una sentenza che costituisce un importante precedente quella emessa dal Tribunale civile di Marsala, sezione lavoro, a seguito del ricorso di una assistente amministrativa “precaria” di una segreteria scolastica. Il giudice, infatti, ha condannato il Ministero della pubblica istruzione, dell’università e della ricerca a corrispondere alla lavoratrice che ha fatto causa, assistita dall’avvocato Maria Italia, le differenze retributive maturate negli ultimi cinque anni di lavoro tra quanto percepito e quanto le sarebbe spettato in qualità di assistente amministrativo, profilo B1, secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale ata, oltre agli interessi legali maturati e alla regolarizzazione della posizione contributiva e previdenziale. Attribuire al lavoro prestato da un precario, evidenzia il giudice nella sua sentenza, “una qualificazione di minor rilievo o differente qualità rispetto al lavoro svolto da altro diverso prestatore sarebbe quanto meno lesivo della dignità della sua opera e del suo apporto personale ed in contrasto con l’art. 1 della Costituzione”. L’impiegata precaria (G.G.) fa parte del personale amministrativo che dal primo luglio 2001 lavora nelle segreterie scolastiche con contratto di collaborazione coordinata e continuativa. E che da diversi anni chiede il rispetto del D.M. 66/2001 nella parte in cui stabilisce la “stabilizzazione” lavorativa entro 5 anni dall’avvio dei contratti. Da allora, però, sono passati quasi 16 anni e la stabilizzazione non è ancora arrivata. Altre cause contro il Miur sono state promosse sia davanti il Tribunale di Palermo, che altrove. “E’ il riscatto di un’intera categoria – commenta Maria Tornabene, segretario regionale siciliano della Uil Temp – che sta trovando giustizia dopo tanti anni di lotta sindacale”. Gli assistenti amministrativo “cococo” sono circa 900 in tutta Italia, ma più della metà, 490, sono in Sicilia: 205 a Palermo, 157 a Siracusa e gli altri nel resto dell’isola. La battaglia per la stabilizzazione va avanti da anni. Di recente, è stata presentata anche una interrogazione parlamentare, con cui si invita lo Stato a stabilizzare questi lavoratori per evitare di soccombere davanti a vari giudici del lavoro.