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05/02/2017 09:27:00

Castelvetrano. Donna morta dopo il parto, giudice dispone perizia super partes

  Colpo di scena nel processo che, davanti il giudice monocratico Matteo Giacalone, vede imputati, per omicidio colposo, due medici dell’ospedale di Castelvetrano: Vito Francesco Cuttone e Cataldo Anzalone, entrambi di 58 anni.

Per i due sanitari alla sbarra il pm Anna Sessa ha già chiesto la condanna, invocando due anni e 9 mesi di reclusione per Cuttone e due anni per Anzalone. Ma adesso, quando ormai si era alla vigilia della sentenza, il giudice ha accolto la richiesta della difesa di disporre una perizia super partes che possa stabilire chi ha ragione tra i consulenti medici di accusa e difesa. Per questo, il giudice Giacalone ha nominato due medici legali di levatura nazionale: i professori Arduini e Liberi dell’Università “La Sapienza” di Roma.

I due medici alla sbarra sono accusati di non avere compreso la reale gravità delle condizioni di una donna (la 32enne Girolama Leone) che, tre giorni dopo avere partorito una bambina, morì . Il decesso avvenne il 13 maggio 2011 al Policlinico di Palermo – dove la paziente fu trasferita in eliambulanza dopo il parto cesareo d’urgenza eseguito all’ospedale Sant’Antonio di Trapani – per la rottura di un vaso sanguigno del cervello a causa della pressione alta dovuta alla gestosi. “Era chiaro – ha detto il pm Sessa nella sua requisitoria - che bisognava effettuare un tempestivo taglio cesareo. Era l’unica soluzione. Si sarebbero evitate le conseguenze che hanno portato al decesso della paziente”.

A Cuttone e Anzalone si contesta di non aver diagnosticato la patologia e di non essere intervenuti in tempo. Girolama Leone, che era alla 35° settimana di gravidanza, morì dopo avere dato alla luce una bambina. I due medici, secondo l’accusa non compresero il reale motivo dei forti dolori addominali accusati dalla donna, che solo all’indomani del ricovero, dopo un’intera notte senza alcun intervento (un parto cesareo d’urgenza, secondo inquirenti, avrebbe potuto salvarla), fu trasferita a Trapani. Intanto, le condizioni della partoriente si erano notevolmente aggravate. Legali di parte civile sono gli avvocati Celestino Cardinale e Giovanni Gilletta, mentre a difendere gli imputati sono Gianni Caracci, Stefano Pellegrino e Vito Signorello.