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05/02/2017 06:15:00

Omicidio Mirarchi, continuano le indagini. La difesa di Girgenti prova a smontare l'accusa

Continuano a Marsala le indagini sull’omicidio del maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, ucciso il 31 maggio del 2016 in contrada Ventrischi, mentre con un collega era impegnato in un appostamento nei pressi di una serra, dove sono state trovate 6 mila piante di canapa afgana. Dopo l’arresto del titolare della serra, che non c’entrava però con l’omicidio, i carabinieri e il Ris di Messina hanno stretto il cerchio sul 45enne vivaista marsalese Nicolò Girgenti, arrestato lo scorso 22 giugno con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio, anche se gli inquirenti cercano uno o più complici. Su Girgenti in particolare gravavano queste prove ritenute fondamentali: la ricostruzione fatta dallo stesso non veritiera rispetto all'esito dei riscontri investigativi, l’utilizzo della sua auto ripresa da due telecamere a circuito chiuso mentre percorreva la possibile la strada per allontanarsi dal luogo dell'omicidio e infine, ma è quella più importanti, la prova dello Stub, il tampone che permette di rilevare le tracce di polvere da sparo trovata sugli indumenti dell’arrestato.
Nei giorni scorsi, l’avvocato della difesa Vincenzo Forti ha chiesto al gip di Marsala Annalisa Amato, la scarcerazione o gli arresti domiciliari per il suo assistito. Due i punti sui quali si basa la difesa. La prima è quella secondo la quale per il perito chimico-forense nominato come consulente, le conclusioni dei carabinieri del Ris di Messina non avrebbero una logica né tantomeno un fondamento scientifico. Secondo le analisi del consulente, sui campioni di concimi e fertilizzanti prelevati dai carabinieri dall’abitazione di Girgenti e nei quali - sottolinea  Forti-, si trovano quegli elementi (nichel e nichel-rame) che sono anche nelle polveri da sparo, non sono incompatibili con l’uso di armi da fuoco, ma piuttosto con la contaminazione ambientale. “I carabinieri dicono che hanno trovato tracce di nichel e nichel-rame –  dichiara l’avvocato Forti - ma non sono particelle ternarie, ma indicative. E indicative vuol dire che sono compatibili con una qualunque attività umana normalmente svolta, come ad esempio quella di vivaista del Girgenti, che comporta il contatto con sostanze dove ci sono anche nichel e rame”
Altro aspetto sollevato dalla difesa riguarda invece l’utilizzo dell’auto. In questo caso, l’ingegnere elettronico incaricato dalla difesa di verificare la “scatola nera” della vettura utilizzata da Girgenti ha rilevato che non si tratta di un GPS, ma di un più semplice sistema GSM che per il consulente della difesa ha margini di errore ben più ampi. Nello specifico, per la posizione fino a 2 km, e per il tempo fino a 3 minuti. Infine, la difesa di Girgenti fa notare che, nonostante la Procura ne abbia disposto l’autorizzazione, il suo perito balistico Gianfranco Guccia non ha potuto visionare e analizzare i bossoli trovati sul luogo dove è stato ucciso Mirarchi.  Per l’omicidio, che lo scorso anno sconvolse non solo la città di Marsala e l’Arma dei Carabinieri, ma tutto il Paese, ad oggi, a nove mesi del terribile atto criminale, le indagini continuano per cercare di fare piena luce sulla dinamica, per individuare e arrestare altri eventuali complici e per trovare la stessa pistola usata per il delitto.