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08/02/2017 07:00:00

"Estorsione ai dipendenti", cominciato a Marsala processo a Giuseppe Bonafede

 Con la deposizione del luogotenente Antonio Lubrano, capo della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, è entrato nel vivo, davanti al giudice monocratico Iole Moricca, il processo vede imputato, per estorsione in danno di sette dipendenti, il 57enne marsalese Giuseppe Bonafede, ex presidente dell’Associazione panificatori lilybetana.

Rispondendo alle domande del pm Signorato, l’investigatore ha illustrato l’indagine che ha portato Bonafede sul banco degli imputati. Un’indagine avviata “d’iniziativa” dalle Fiamme Gialle della Procura e coordinata dal sostituto Niccolò Volpe. Le differenze retributive contestate al noto panettiere sono 336 mila euro. Ciò emerge dai calcoli fatti dal consulente tecnico nominato dalla Procura. E cioè il commercialista Gaetano Marano, che ha fissato il totale imponibile previdenziale ed assicurativo evaso in 405 mila euro. Evidenziando, inoltre, che “occorre fare un distinguo fra personale sommerso e personale in forza”. Bonafede è accusato di avere avuto dipendenti non in regola con il contratto di lavoro, retribuiti in “in nero” e sottopagati, condizioni che sarebbero state imposte con la minaccia, esplicita o larvata, di licenziamento.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta delle Fiamme Gialle della Procura, il Bonafede, nella sua qualità di datore di lavoro, socio accomandatario della “Non solo pane s.a.s.”, non avrebbe erogato ai lavoratori né stipendi adeguati, né i relativi contributi previdenziali e assistenziali. A difendere l’imprenditore sono gli avvocati Stefano Venuti, Federico Sala e Arianna Rallo. Nel processo, è imputato, per favoreggiamento, anche uno dei dipendenti “in nero”, il 33enne Giovanni Castagna. Deve difendersi dall’accusa di aver rilasciato false dichiarazioni agli inquirenti. A difenderlo è l’avvocato Duilio Piccione. A rappresentare le parti civili sono, invece, gli avvocati Roberta Tranchida e Giovanni Crimi.