Riprende oggi a Marsala il processo all’ingegnere Salvatore Alestra, ex direttore dell’Ato Tp1, accusato corruzione a seguito dell’indagine della Dda sul sistema, secondo l’accusa “illegale”, di raccolta e smaltimento dei rifiuti gestito dall’Ambito territoriale ottimale.
Nell'ultima udienza, nel corso del suo interrogatorio ha dichiarato: “L’Ato è stato usato come schermo dai Comuni, che hanno aumentato le tasse a loro vantaggio, mentre in realtà i costi della raccolta differenziata dei rifiuti sono diminuiti”.A condurre l’interrogatorio di Alestra è stato il pm della Dda Carlo Marzella, che all’imputato ha posto domande anche sui rapporti con l’ex senatore del Pd Nino Papania e sulle penali che l’Ato avrebbe dovuto applicare all’Aimeri per i disservizi. Penali sulla non corretta raccolta differenziata che nei primi anni non sono state applicate. Se non in minima parte.
Alla sbarra, oltre ad Alestra, sono anche l’ex direttore dell’area Sud dell’Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, il capo impianto del cantiere di Trapani, Salvatore Reina, nonché Michele Foderà, amministratore di fatto della “Sicilfert” di Marsala, Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti alla Sicilfert, e Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stessa azienda, che nello stabilimento di contrada Maimone trasforma i rifiuti in fertilizzanti. Alestra e Colimberti sono accusati di corruzione. Il primo, in particolare, non avrebbe denunciato i “disservizi” di Aimeri per ottenere favori da Colimberti, mentre agli altri è contestato il conferimento e il traffico “illecito” di oltre 47 mila tonnellate di rifiuti.
Nel processo, sono parti civili il ministero e l’assessorato regionale Ambiente, rappresentati dall’Avvocatura dello Stato, l’Ato Tp1 e il Comune di Marsala, entrambi rappresentati dall’avvocato Luigi Cassata, nonché i Comuni di Erice e Paceco (avvocati Enza Rando e Vincenzo Maltese) e il Movimento difesa del cittadino (l'altra "creatura" per intercettare processi e costituirsi parte civile in serie, insieme all'associazione antiracket, dell' avvocato Peppe Gandolfo. E infatti ha sede nel suo studio...).