Si avvia alle battute conclusive il processo di secondo grado davanti alla Corte d'Appello di Palermo dell'ex direttore della Caritas di Trapani, Don Sergio Librizzi. Il prelato è stata una delle persone più influenti nella gestione dei migranti in provincia di Trapani e proprio per questo suo ruolo, secondo i giudici che lo hanno condannato nell'ottobre del 2015 a nove anni di carcere per concussione e violenza sessuale, aveva approfittato della sua posizione di potere. Librizzi condannato dalla sentenza emessa dal giudice Antonio Cavasino è stato interdetto in maniera perpetua dai pubblici uffici e condannato a risarcire i danni alle parti civili: Comune di Trapani; Associazione Studi Giuridici Sull'immigrazione; Obiettivo Legalità; Codici Onlus e Codici Sicilia. In base alle dichiarazioni delle vittime e alle intercettazioni effettuate sulla sua auto fu accusato di abusare della sua posizione di componente della Commissione territoriale per i richiedenti asilo politico di avere chiesto e ottenuto da alcuni migranti prestazioni sessuali “utili” per agevolarli nell’iter per il riconoscimento della protezione internazionale. Accuse che il suo avvocato difensore Donatella Buscaino ha sempre respinto, affermando che i rapporti sessuali fra i migranti e il sacerdote sarebbero stati consenzienti. Il legale di Librizzi ha detto insomma che non c’è stato alcun caso di violenza sessuale e la stessa accusa di concussione va riqualificata in un reato di induzione che comporta una sostanziale riduzione della pena. La prossima udienza con le repliche e la sentenza è stata fissata per il sette aprile.