E’ tornato ancora a protestare davanti il Tribunale l’imprenditore agricolo marsalese Tommaso Gentile.
Era già accaduto due volte lo scorso anno, quando, incatenatosi, ha stazionato a lungo sotto gli archi d’ingresso del Palazzo di Giustizia di piazza Paolo Borsellino. Stavolta, però, a bloccare la sua protesta sono stati i carabinieri, che lo hanno portato via.
“Aveva esposto un cartello – dice un avvocato mentre esce dal Tribunale – sul quale aveva scritto: Se avete il coraggio, arrestatemi”. Tommaso Gentile protesta da tempo per quella che, a suo dire, è stata “l’inazione” degli organi competenti a indagare e sanzionare un medico che avrebbe inquinato, gettandovi farmaci scaduti, un terreno di proprietà della moglie in contrada Matarocco. Terreno che per tale motivo Gentile non sarebbe più riuscito a vendere. Un affare sfumato, insomma. La prima protesta fu inscenata nel luglio dello scorso anno, quando Tommaso Gentile si presentò davanti il Tribunale di Marsala con un cartello al collo e alcune foto relative al terreno inquinato.
“In realtà – spiega uno degli avvocati che ha seguito la vicenda sotto l’aspetto civile – non è stato provato chi ha inquinato il suo terreno”. Per Gentile, però, sarebbe stato sufficiente analizzare i campioni di acqua del laghetto creatosi con le piogge invernali nel terreno della moglie per accertare, subito dopo la sua denuncia, quali fossero le sostanze presenti (lui sostiene che si trattava di farmaci scaduti).
Ad acuire la sua rabbia anche il fatto che in seguito a questa vicenda è andato in fumo l’affare che stava concludendo. E cioè la vendita del terreno a un prezzo abbastanza conveniente.