Aveva nascosto 50 grammi di cocaina in un incavo del sotto-plancia dell’auto, una Fiat Panda. La droga era dentro in un involucro di cellophane sigillato con nastro adesivo. A un posto di blocco, però, i militari della Guardia di finanza di Mazara lo hanno “beccato”. Conseguenza: arresti domiciliari e processo per direttissima con condanna (patteggiamento) a un anno e 11 mesi di reclusione, nonché a 3 mila euro di multa. La pena è sospesa.
Protagonista della vicenda è stato il 43enne mazarese Davide Vincenzo Pizzo, arrestato lo scorso 8 febbraio all’uscita dall’autostrada A29. L’uomo, incensurato, fu trovato anche in possesso di 720 euro. La somma fu ritenuta dagli inquirenti provento dell’attività di spaccio.
A difendere l’imputato è stato l’avvocato mazarese Walter Marino. Al posto di blocco, ad insospettire i finanzieri del Nucleo mobile della Tenenza di Mazara fu l’atteggiamento della coppia (Pizzo era alla guida, mentre la proprietaria dell’auto era accanto a lui), a quanto pare visibilmente nervosa dopo essere stata costretta a fermarsi al posto di blocco. Inevitabile, a quel punto, la perquisizione dell’auto. “L’attività, condotta nell’ambito dell’ordinario controllo economico del territorio ed in attuazione di uno specifico dispositivo di contrasto ai traffici illeciti in genere – spiegarono, in febbraio, le Fiamme Gialle - dimostra l’efficacia del costante impegno della Guardia di Finanza nel combattere ogni forma di illegalità”.
A Davide Vincenzo Pizzo, il giudice Lorenzo Chiaramonte ha concesso le attenuanti generiche in quanto “soggetto sostanzialmente incensurato”. Aveva, infatti, solo modesti precedenti. Per altro, per fattispecie ormai depenalizzate.