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17/03/2018 08:24:00

Usura, la condanna del commerciante marsalese Paolo Mirabile

 Pochi i casi di usura per i quali è stato giudicato colpevole rispetto ai tanti episodi contestati dall’accusa, ma ciò è stato sufficiente per infliggere al 58enne commerciante marsalese Paolo Mirabile, rivenditore di prodotti per l’agricoltura in contrada Pispisia, una condanna a 5 anni e 10 mesi di carcere. Nonché ad una multa di 10 mila euro.

La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Marsala, che ha disposto anche risarcimenti, a titolo “provvisionale”, per 40 mila euro. Ventimila euro Paolo Mirabile li dovrà versare a Massimo Muscarella, 10 mila ciascuno ad Antonio Muscarella e a Gaspare Pandolfo.

Mirabile è stato, però, assolto dall’accusa di estorsione. Imputati erano anche un fratello e una sorella del commerciante, Francesco e Giovanna Mirabile, coinvolti solo per un mutuo e un finanziamento. Entrambi sono stati assolti.

Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Niccolò Volpe aveva invocato una pena esemplare (8 anni di carcere e 16.500 euro di multa) per Paolo Mirabile, mentre per Francesco e Giovanna Mirabile, la cui posizione era un po’ più defilata (“marginale” per la difesa), la richiesta del pm era stata di un anno e 4 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa. Solo per un caso, quello relativo a Giuseppe Ferro, il pm non aveva ritenuto responsabile Paolo Mirabile, che è stato difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino, Diego e Massimiliano Tranchida. A difendere, invece, Giovanna e Francesco Mirabile sono stati, invece, rispettivamente, gli avvocati Maurizio D’Amico e Giacomo Pipitone. Dopo la lettura della sentenza, gli avvocati Pellegrino e D’Amico hanno dichiarato: “L’impianto accusatorio risulta abbastanza ridimensionato. Sia per quanto riguarda l’accusa di estorsione che il coinvolgimento del fratello e della sorella di Paolo Mirabile, la cui assoluzione toglie peso a tutta l’accusa. Ciò ci fa ben sperare per il processo d’appello”. Nell’aprile 2013 Paolo Mirabile fu posto agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza (tornò in libertà nell’ottobre dello stesso anno). I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2008 e il 2010. L’indagine delle Fiamme Gialle scattò a seguito di alcune denunce di presunte vittime, poi costituitesi parte civile, con l’assistenza degli avvocati Francesca Lombardo, Peppe Gandolfo e Bartolomeo Parrino.