Scopre la relazione tra il marito e un’amica comune e, dopo un’inevitabile lite, lo denuncia per maltrattamenti in famiglia. L’uomo, in primo grado, viene condannato a un anno e quattro mesi di reclusione.
In appello, però, la sentenza è stata ribaltata: assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Al centro della vicenda è Lorenzo Catalano, 26 anni, di Santa Ninfa, sposato con C.S., di 27, originaria di Salemi.
Ad assolverlo è stata la quarta sezione della Corte d’appello di Palermo presieduta da Mario Fontana (giudici a latere Enzo Agate e Luciana Caselli). A difendere l’imputato è stata l’avvocato Enza Pamela Nastasi, davanti ai magistrati palermitani sostituita da Vincenzo Savalla. Mentre legale di parte civile, per la donna, è stato Gianni Caracci. Per l’assoluzione l’avvocato Nastasi ha manifestato, naturalmente, la sua soddisfazione, affermando che “la sentenza rende giustizia all’imputato, una padre di famiglia, ingiustamente denunciato e accusato dalla moglie per fatti mai avvenuti”. I fatti contestati a Catalano, secondo l’accusa, si erano consumati tra Santa Ninfa e Partanna fino al marzo 2014. Ad accusarlo è stata la moglie, che secondo i giudici di secondo grado, però, non avrebbe detto la verità. La donna ha affermato che il marito l’avrebbe più volte umiliata, sottoponendola a continue vessazioni e facendole temere per la sua incolumità. In stato di ubriachezza, infatti, sempre secondo l’accusa, avrebbe insultato e aggredito fisicamente la moglie, colpendola con calci, schiaffi e pugni. Anche in presenza del figlio minore. La Corte d’appello, però, ha assolto l’uomo “con la più ampia formula liberatoria”. La Corte, infatti, sottolineando che in una circostanza le accuse della donna non sono state confermate dalle testimonianze, ha accolto la tesi difensiva che ha messo in evidenza il fatto che C.S., nonostante abbia dichiarato di essere stata maltrattata sin dall’inizio della convivenza (2010), a fine 2012 diede un figlio a Catalano e nel luglio 2013 lo sposò. Denunciandolo solo nel marzo 2014, dopo avere scoperto che questi aveva una relazione extraconiugale con una comune amica. La denuncia, insomma, sarebbe stata presentata per vendicarsi del tradimento.