Un testimone e un consulente tecnico della difesa nel processo che davanti il giudice monocratico Iole Moricca vede imputato, per omicidio colposo, un anziano ex agricoltore, Angelo Gentile, di 75 anni, che la sera del 23 ottobre 2013, intorno alle 19.30, era alla guida dell’autocarro con il quale si schiantò, pare a notevole velocità, un giovane romeno, Adrian Pantiru, di 25 anni, che alcune ore dopo morì all’ospedale “Paolo Borsellino” a causa delle gravi ferite riportate nel violentissimo impatto.
Il gravissimo incidente avvenne in contrada Santo Padre delle Perriere. Il testimone ascoltato è stato il 52enne marsalese Michele Bottiglia, il carrozziere che l’11 luglio 2017, mentre era intento a riparare un’auto, rischiò di essere ucciso, con una sorta di machete, dal tunisino Mohamed C’Ocri, di 35 anni, attualmente sotto processo per tentato omicidio. Bottiglia è stato ascoltato perché ha la sua officina a una cinquantina di metri dal luogo in cui si verificò il gravissimo incidente. “Ho sentito il rumore di una forte accelerazione di uno scooter – ha dichiarato Bottiglia - e qualche secondo dopo un gran botto. Stavo chiudendo la saracinesca e mentre davo le spalle alle strada ho sentito passare questo scooter forte accelerazione. Subito dopo ho sentito una specie di boato. Ma non vedevo nulla, anche se l’incidente è stato a circa 50 metri dalla mia officina. Faceva già buio e non ricordo se gli impianti di illuminazione fossero tutti accesi”.
Il romeno andò a sbattere contro la parte anteriore sinistra dell’autocarro mentre questi, provenendo dall’entroterra (lo scooter andare in direzione opposta), stava svoltando per fare ingresso nell’area di un rifornimento carburanti. Tagliando, in pratica, la strada al ciclomotore.
“Se il giovane romeno, però – ha, però, affermato l’ingegnere Angelo Gentile, omonimo dell’imputato e consulente tecnico della difesa, rappresentata dall’avvocato Concetta Inglese - avesse rispettato il limite di velocità di 50 km orari, sicuramente non ci sarebbe stato l’impatto con l’autocarro. L’autista di quest’ultimo, infatti, calcolando che a velocità regolare il ciclomotore sarebbe arrivato dopo 5 o 6 secondi, ha ritenuto di poter avere il tempo necessario per svoltare e fare ingresso nell’area del rifornimento carburanti. Esaminando, però, le conseguenze dell’impatto sia sul ciclomotore, che sull’autocarro, e facendo tutti i calcoli scientifici del caso, sono arrivato alla conclusione che il ciclomotore procedeva ad una velocità vicina ai 90 chilometri orari”.