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24/05/2018 07:26:00

Marsala, due custodi del Museo archeologico di Baglio Anselmi assolti da truffa

Due custodi del Museo archeologico di Baglio Anselmi sono stati assolti dall’accusa di truffa alla Regione. Sono Giuseppe Graffeo, di 56 anni, e Pietro Ferreri, di 54. Ad assolverli è stato il giudice monocratico Vito Marcello Saladino.

Secondo l’accusa, i due custodi avevano intascato il denaro versato da alcuni visitatori consegnando loro biglietti con la scritta “ingresso gratuito/free admission”.

A difendere Graffeo e Ferreri sono stati gli avvocati Stefano Pellegrino e Carlo Ferreri, che nel 2016 svolsero anche indagini difensive. I fatti contestati dall’accusa risalgono al 4 giugno 2015.

Quella mattina (nel corso della quale alcuni visitatori denunciarono di avere acquistato biglietti con la scritta “ingresso gratuito”), a varcare la soglia del Museo era stata anche una scolaresca di Scoglitti (Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia”). Agli alunni e agli insegnanti accompagnatori, come da disposizioni di servizio, furono consegnati 44 biglietti gratuiti. “Staccati senza soluzione di continuità” sottolinearono subito i legali di Ferreri e Graffeo, che avanzarono “seri dubbi” sull’accusa. Adesso, dopo l’assoluzione, gli avvocati Stefano Pellegrino e Carlo Ferreri hanno dichiarato: “La sentenza restituisce ai due custodi, Graffeo e Ferreri, e alle loro famiglie la dovuta dignità, stima e serenità. I due custodi, da tutti apprezzati per l’onestà, la dedizione ed abnegazione con cui svolgono il proprio lavoro, non hanno mai perso fiducia nella giustizia, forti anche della solidarietà mostrata nei loro confronti dalla Soprintendenza ai beni culturali, ed in primis dalla dottoressa Famà, recentemente scomparsa”. Quando iniziò il processo, un collega dei due custodi finiti alla sbarra disse: “E se ad accusarli fossero stati alcuni visitatori che volevano entrare gratis insieme con una scolaresca? Talvolta, accade che arrivino delle scolaresche. Ad accompagnare gli alunni sono gli insegnanti. E sia questi ultimi che gli studenti hanno diritto all’ingresso gratuito. Succede, però, che della comitiva facciano parte anche alcuni genitori di alunni, che tentano di entrare gratis anche loro dicendo di essere insegnanti”. Ma quando i custodi se ne accorgono, chiedono loro di pagare il biglietto (allora era 4 euro). “Chi ci assicura – concluse il collega di Graffeo e Ferreri – che chi ha denunciato non lo abbia fatto per vendicarsi del fatto che è stato costretto a pagare, mostrando poi qualche biglietto consegnato agli alunni?”.