Il giudice monocratico di Marsala Vito Marcello Saladino ha condannato a otto mesi di reclusione il 46enne campobellese Ottavio Bono per l’incendio del portone d’ingresso dell’abitazione di un carabiniere: Matteo Noto.
Con liquido infiammabile e un accendino, Bono avrebbe appiccato il fuoco all’alba dell’8 dicembre 2015. Non sapeva, però, che quanto stava facendo veniva, nel frattempo, immortalato dal sistema di video-sorveglianza privata del militare, la cui abitazione è in via Vincenzo Accardi, a Tre Fontane.
Il danno provocato dalle fiamme: 3500 euro. A difendere l’imputato è stato l’avvocato Giuseppe Pantaleo, che per Bono, nel settembre 2017, ha presentato una perizia psichiatrica.
Per Bono il pm Raimonda Albertini aveva invocato un anno e due mesi, pur riconoscendo l’attenuante del “vizio parziale di mente”. Il carabiniere Matteo Noto, che svolge servizio al Comando provinciale di Trapani, si è costituito parte civile. Ad assisterlo è stato l’avvocato trapanese Fabio Sammartano. Ottavio Bono è stato, inoltre, condannato a versare al carabiniere un risarcimento danni di 10 mila euro.
Il giudice ha riconosciuto all’imputato il vizio parziale di mente e disposto l’assegnazione a una casa di cura per almeno 6 mesi. Dal processo, non è emerso il motivo per il quale è stato incendiato il portone, anche se Matteo Noto (che il sabato successivo subì anche l’incendio dell’auto, un SUV Mercedes) nella denuncia sporta ha avanzato il sospetto che mandante potesse essere stata la sua ex compagna, con la quale aveva un contenzioso legale per l’affidamento del figlio minore. Ma di ciò non è stata trovata provata.