Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
21/06/2018 07:14:00

Marsala, a processo per stalking un quarantenne che tormenta i vicini di casa a Dammusello

 “Non c’è nulla di peggio che un cattivo vicino di casa” recita un vecchio adagio. Un detto che calza a pennello al caso di una famiglia marsalese di contrada Dammusello che da oltre dieci sarebbe vessata, minacciata e intimidita da un vicino di casa, il 40enne Angelo Ferro, che dal 16 luglio sarà processato per stalking.

Nel tentativo di renderlo inoffensivo, lo scorso ottobre, i carabinieri della sezione di pg della Procura di Marsala, diretti dal luogotenente Francesco Pellegrino, gli hanno notificato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle sue presunte vittime.

Una misura cautelare che, però, non avrebbe sortito l’effetto sperato. Per questo, la famiglia presa di mira, dopo essersi rivolta all’avvocato Vincenzo Forti (che al processo li rappresenterà come legale di parte civile, chiedendo un risarcimento danni di oltre 100 mila euro), hanno chiesto al Gip di inasprire la misura cautelare. Ferro, infatti, sostengono, avrebbe continuato a minacciarli, offenderli e terrorizzarli. Danneggiati anche alcuni arredi posti davanti casa. La coppia che ha più volte denunciato il presunto stalker ha tre figli ancora minorenni. Anche loro terrorizzati dal vicino, che è difeso dall’avvocato Ignazio Bilardello. Sembra che tutto sia iniziato per i classici motivi di contrasto tra vicini di casa (“Non puoi parcheggiare l’auto lì”.. “Quell’albero non può stare sul confine..”, etc.). Poi, però, la situazione è andata degenerando con un crescendo di polemiche approdate a profili di natura penale. Secondo l’accusa, Ferro avrebbe minacciato anche di morte i suoi vicini di casa.

In qualche caso, si sarebbe arrivati alle mani. E poi intimidazioni e danneggiamenti (lamiere dell’auto graffiate). Tra le accuse più gravi mosse a Ferro anche quella di avere “sgommato” con la sua auto come se volesse investire i bambini della coppia con cui era ormai “in guerra”. Frenando all’ultimo momento. Se i freni, però, per un motivo qualsiasi, non avessero funzionato, sarebbe finita in tragedia.