L'emergenza rifiuti sta creando il caos in tutte le città della Sicilia. Anche le realtà virtuose, con punte alte di differenziata, come Marsala che ha toccato il 55%, si ritrovano a subire la verticalizzazione del provvedimento regionale ed è costretta a lasciare in strada l'RSU.
Nella vicina Trapani ci si prende il lusso, invece, di inziare, forse, con la raccolta differenziata e con il porta a porta solo dopo l'estate. Ritornano in strada i cassonetti.
Mentre a Marsala la raccolta differenziata è partita dieci anni fa, Trapani è all'anno zero. Non vanno bene nemmeno le grandi città come Palermo, dove, l'appena 10% di differenziata rende il quadro di una città invasa dai rifiuti.
Il governo regionale, presieduto da Nello Musumeci, ha messo mani alla nuova legge di riforma su tutto il sistema dei rifiuti. C'è la prima riforma degli ambiti territoriali ottimali con nuove disposizioni per la gestione integrata dei rifiuti. Adesso la parola passa all'ARS. La legge porta la firma dell'assessore Alberto Pierobon. In provincia di Trapani i sindaci della Srr Nord sono stati ricevuti dal Prefetto, Darco Pellos, per fronteggiare il problema che in estate diventa ancora più drammatico.
Si torna a parlare di Rete Ospedaliera, quella perfezionata da Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute.
Non cambia molto in verità rispetto a quella, voluta dal predecessore Baldo Gucciardi. Ci saranno 170 posti letto in più rispetto al 2016, scendono di numero le unità complesse e dunque il numero dei primari. Nell'ottica del risparmio le unità complesse diventeranno semplici, ci saranno 150 primari in meno.
Rete ospedaliera - Non ci sono i tagli dei reparti, questo lo aveva garantito anche Gucciardi, e nella provincia di Trapani tutto resterà intatto.
L'ospedale Paolo Borsellino di Marsala è confermato Dea di primo livello. Il Sant'Antonio di Trapani sarà accorpato con quello di Salemi.
A Palermo il nosocomio di Villa Sofia torna ad essere autonomo così come anche il Cervello.
Le novità riguardano, invece, gli ospedali della Sicilia occidentale, del catanese nello specifico, zona di origine dell'assessore Razza.
Giarre non dipenderà più da Acireale ma sarà una struttura autonoma, nessun cambio per i tre grandi ospedali catanesi Cannizzaro, Garibaldi e Vittorio Emanuele.
L'assessore lavora di pari passo con i sindacati, li convoca e con loro discute. Soddisfazione per questo mostra il Cimo: “Ci è sembrato di rivivere l’amara esperienza vissuta col precedente assessore Baldo Gucciardi. Razza ha avuto la decenza di non convocarci con un decreto già adottato e deliberato dalla giunta regionale”, lo afferma Giuseppe Riccardo che è segretario regionale del Cimo.
Lacunosa appare la riforma in riferimento alla medicina del territorio, lo evidenzia la Cgil. Pretendono concretezza i deputati regionali del movimento Cinque Stelle che hanno chiesto a Razza che la Rete Ospedaliera sia rispondente alle necessità dei cittadini, andare al Pronto Soccorso non può significare, non sapere quando si sarà visitati. Tuttavia lo stesso Razza rassicura tutti, non c'è nulla di definitivo e chiunque può contribuire per portare delle migliorie.
Si tratta, sottolinea l'assessore, di una bozza che è stata solamente inviata alle parti sociali ma che deve per legge uniformarsi al decreto Balduzzi. La Rete dovrebbe entrare in vigore da settembre 2019. Intanto si è aperta l'interlocuzione tra Razza e il Ministro alla salute Giulia Grillo.