Il giudice delle udienze preliminari di Marsala Annalisa Amato ha rinviato a giudizio, per omicidio in concorso, organizzazione e favoreggiamento di immigrazione clandestina e contrabbando di sigarette estere, i tunisini Issam Jemmali, di 31 anni, e Salim Bensalem, di 22.
Secondo l’accusa, i due presunti scafisti, il 24 maggio 2017, di fronte la costa di Campobello di Mazara, alla vista dei militari della sezione operativa navale della Guardia di Finanza, per velocizzare le operazioni di approdo avrebbero gettato in mare uno dei dodici migranti clandestini trasportati su una piccola imbarcazione in vetroresina, Haitem Hamda, di 29 anni, che morì annegato.
Il processo a Jemmali e Bensalem, entrambi arrestati dalle Fiamme Gialle nell’operazione “Sunrise” del settembre 2017 (cinque arresti e denunce a piede libero), inizierà il prossimo 17 settembre davanti la Corte d’Assise di Trapani. Entrambi sono nati a Ksour Essaf. Il primo è difeso dall’avvocato Melchiorre Palermo, il secondo invece dagli avvocati Carmelo Prestifilippo, Stefano Pellegrino e Daniela Ferrari. Prima di disporre il rinvio a giudizio, il gup ha respinto un’istanza della difesa (nullità della richiesta di rinvio a giudizio perché non era stato effettuato dal pm l’interrogatorio come richieste dalle difese). “Non ci aspettavamo il rigetto dell’eccezione sollevata – dice l’avvocato Milko Palermo – faremo, comunque, valere tutte le nostre conoscenze per dimostrare l’estraneità degli imputati ai fatti contestati”. Issam Jemmali e Salim Bensalem sono, in particolare, accusati di aver condotto una piccola imbarcazione in vetroresina (acquistata da Cheikh Nakch Farese) sulla quale, nelle acque territoriali italiane, furono trasbordati dodici nordafricani che avevano attraversato il Canale di Sicilia su un veloce gommone condotto Nejib Ammar e Karim Salem. Questi ultimi delegati, sempre secondo l’accusa, da Ben Mohamed Antar Oualid e Ben Salem Sarra. Per essere trasportati dalla Tunisia in Sicilia, i migranti avrebbero pagato circa 2500 euro ciascuno. Le indagini, svolte dal Nucleo Mobile della Tenenza di Mazara del Vallo anche attraverso numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di ricostruire analiticamente componenti e ruoli del sodalizio criminoso nonché modalità di effettuazione dei trasporti, rilevando, tra l’altro, che ogni viaggio organizzato fruttava una somma oscillante tra i 30.000 e i 40.000 euro e permetteva di introdurre sigarette di contrabbando destinate ad essere rivendute nel territorio siciliano prevalentemente a clienti di origine magrebina. L’organizzazione si occupava anche di fornire assistenza logistica per la permanenza in clandestinità sul territorio dei migranti trasportati. L’indagine “Sunrise”, coordinata dalla Procura di Marsala, ha consentito di identificare i presunti componenti del gruppo criminale, il ruolo ricoperto e le modalità delle traversate in mare. Per attraversare il Canale di Sicilia su veloci gommoni i migranti avrebbero pagato circa 2500 euro ciascuno. Coinvolti nella stessa indagine, sempre davanti al gup Annalisa Amato, lo scorso 29 maggio, hanno patteggiato la pena, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di sigarette, Gaspare Gullo, di 49 anni, di Mazara del Vallo, e i tunisini Karim Salem, di 37, e Sarra Ben Salem, di 21. La pena più severa (3 anni e 4 mesi di reclusione, nonché a una multa di 150 mila euro) è stata per Karim Salem, mentre 3 anni e 2 mesi, e una multa di 158 mila euro, sono stati decretati per Gaspare Gullo e Sarra Ben Salem. Il 6 luglio, sempre davanti al gup Amato, si definiranno le posizioni (abbreviati o processo ordinario) di altri tre imputati: Ammar Nejib, di 49 anni, Antar Qualid Ben Mohamed, di 39, e Cheikh Narch Farese, di 26. Il fratello di quest'ultimo, Cheick Nackch Seifedine, fu denunciato a piede libero. E tra i denunciati figurava anche Giuseppe Marcianò, ucciso la mattina del 6 luglio 2017 a Tre Fontane.