Cinque mesi di reclusione sono stati inflitti dal giudice monocratico di Marsala Sara Quittino a Roberto Cordaro, genero di Michele Licata, per falso in una dichiarazione.
Il pm Antonella Trainito aveva chiesto un anno. Secondo l’accusa, Cordaro ha omesso di dichiarare di essere indagato, nell’ambito di un procedimento che adesso lo vede sotto processo per ricettazione e auto-riciclaggio insieme al suocero e ad altri familiari, nella dichiarazione resa al Comune di Marsala per l’assegnazione alla cooperativa sociale “Sole” di una ex scuola elementare, quella di contrada San Michele Rifugio, da trasformare in centro di accoglienza per giovani migranti.
A difendere Cordaro sono stati gli avvocati Andrea e Stefano Pellegrino che preannunciano appello alla sentenza. “Essere indagato – dicono i legali – non era ostativo per l’assegnazione dell’immobile”. L’inchiesta, poi sfociata nel processo e adesso nella condanna di primo grado, è partita da un articolo di Tp24.it. Quello in cui si parlava, appunto, delle procedure per l’affidamento dell’ex scuola di San Michele Rifugio alla coop Sole. A seguito di quell’articolo, la Procura volle vederci chiaro e andò a vedere tra le carte della Procura. Scoprendo che Roberto Cordaro omise di dichiarare che era indagato. Eppure, secondo l’accusa, lo sapeva da ottobre 2015, quando subì una perquisizione ricevendo anche un avviso di garanzia. Il procedimento è quello che lo vede coinvolto a seguito del trasferimento, ad opera del suocero Michele Licata (non si sa se a sua insaputa), sul suo conto corrente di 350 mila euro. Somma trasferita che Licata, secondo l’accusa, trasferì al genero (altre somme furono trasferite ad altri familiari) per il timore di sequestri da parte dell’autorità giudiziaria nell’ambito dell’indagine per evasione fiscale e truffa allo Stato che ha fatto crollare il suo impero economico.