Un nuovo programma per i parchi archeologici siciliani affinché diventino autonomi anche nel mantenimento, tenendo per sé l’intero ricavo dei biglietti, la custodia straordinaria per i festivi e gli eventi organizzati in casa.
Questo il nuovo piano della Giunta Musumeci per i parchi archeologici che devono essere portati a venti a cominciare da quello di Segesta che sarà istituito entro la fine del mese di luglio.
La modifica riguarda anche il Consiglio regionale dei beni culturali. Quello vecchio - afferma l'assessore Sebastiano Tusa - era un parlamentino di 58 componenti, molti dei quali non espressione di istanze culturali, bensì politiche. Con la mini riforma durante il governo Crocetta era stato ridotto numericamente, ma paradossalmente aveva ampliato la presenza politica. Adesso lo abbiamo ridotto. I componenti saranno dieci al massimo, «eminenti personalità, a titolo gratuito, tra biblioteconomi, archeologi, naturalisti, storici dell’arte, etnoantropologi, paesaggisti, storici dell’architettura, esperti in management dei beni culturali ed ecclesiastici. Si aggiungono il dirigente generale e i dirigenti competenti per territorio».
Tusa, inoltre, ha avuto mandato dalla giunta Musumeci di trattare l’acquisto del castello di Schisò, nel parco archeologico di Naxos Taormina, dopo che il maniero è stato aggiudicato all’incanto a privati. L’edificio diverrebbe la nuova sede istituzionale del parco. Per quel che riguarda il numero dei parchi, l'obiettivo è di istituire i venti previsti. Il primo sarà quello di Segesta, il quarto parco archeologico siciliano dopo Agrigento, Selinunte e Naxos. A dirigere il neonato parco segestano, «fra i più solidi siti siciliani per introiti e presenze», sarà Rossella Giglio - ha annunciato Tusa - mentre i membri del Consiglio del parco saranno designati nei prossimi giorni.