Una legge regionale sul diritto allo studio volta a disciplinare e a garantire l’accesso agli studi a tutti i giovani siciliani, fin dalla scuola dell’infanzia, occupandosi per la prima volta dei più piccoli da 0 a 6 anni, per arrivare alla formazione degli adulti, finalizzata all’inserimento occupazionale. Il governo Musumeci ha approvato il disegno di legge proposto dall’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla e adesso si attende l'approdo all’Ars.
Continuità all’offerta formativa, all’azione educativa, dalla scuola dell’infanzia all’università; si pongono come obiettivi la tutela delle fragilità (prevenzione della dispersione scolastica, sostegno per i minori stranieri, per gli studenti ospedalizzati, per chi vive in aree di marginalità sociale o geografica), l’autoimprenditorialità dei giovani, il rapporto col mondo del lavoro, il potenziamento dell’apprendimento linguistico, il coinvolgimento di organizzazioni del volontariato, del terzo settore, delle famiglie, secondo il principio della sussidiarietà.
«Questa legge - afferma l’assessore Lagalla - si propone di disciplinare finalmente, in una logica di continuità, il percorso formativo di ogni singolo studente, attivando strumenti che facilitino il raccordo con l’istruzione superiore e con l’accesso al mondo del lavoro. È più che mai necessario salvaguardare i diritti degli studenti, per garantire loro un percorso formativo qualitativamente adeguato ed universalmente accessibile, contrastando così i dati preoccupanti e penalizzanti sulla dispersione scolastica e sul livello delle competenze dei nostri ragazzi».
«Il disegno di legge è stato - afferma il presidente della Regione, Nello Musumeci - uno dei principali obiettivi del mio governo, sin dall’insediamento. La Sicilia è ancora oggi, una delle poche Regioni italiane a non aver approvato una legge organica sul diritto allo studio.